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“Subito un incontro con il Mit alla presenza di Regione Liguria e Comune di Genova per capire se c’è la volontà politica di portare a compimento le opere già finanziate e quindi i cantieri già aperti e soprattutto se, indipendente dai concessionari, c’è la volontà da parte di questo governo di portare a casa delle opere importanti che i cittadini liguri aspettano da tempo e penso in particolare alla Gronda” così il Segretario Generale Fillea Cgil Antonio Di Franco a margine dell’incontro di oggi con i delegati occupati nelle principali infrastrutture liguri riuniti in Camera del Lavoro a Genova. Gli stati generali sullo stato delle infrastrutture in Liguria, al quale hanno partecipato anche i Segretari Generali Cgil Genova e Liguria Igor Magni e Maurizio Calà, ha messo in evidenza una situazione complessa e diversa tra province. Il denominatore comune sta nel fatto che quasi nessuna delle grandi opere esprime la sua massima potenzialità sul fronte occupazionale e quindi il rispetto dei tempi di realizzazione. “Denunciare lo stato delle opere è il primo passo per produrre una discussione su questo grande tema che deve essere affrontato nella sua interezza a partire dalla questione occupazionale: per arrivare a regime servono ancora centinaia di posti di lavoro – ha sottolineato Federico Pezzoli Segretario Generale Fillea Cgil Genova e Liguria – la piena occupazione sarebbe un primo grande risultato per il settore, per l’indotto, per l’economia ligure e nazionale”. Tra i grandi assenti certamente la Gronda dove di fatto sono partiti solo due cantieri “zero” per lavori propedeutici e dove sono occupati circa 360 edili ma, come denunciato nei giorni scorsi dalla Fillea Cgil, già un centinaio sono in trasferimento su altri cantieri non in Liguria e che invece potrebbe impiegare – solo tra i diretti – diverse migliaia di addetti. Fillea e Cgil chiedono certezze per questa grande opera così come per tutte quelle ancora da realizzare e lanciano l’allarme sulla formazione “c’è un problema occupazionale sulla manodopera specializzata più volte denunciato anche dagli imprenditori e sul quale la Regione che ha la competenza in materia di formazione deve fare la sua parte” rilanciano dal sindacato che con il Comune di Genova ha aperto una serie di tavoli di confronto tra i quali anche quello sul monitoraggio delle grandi opere. Molti sono i cantieri fermi, non iniziati o che vanno a rilento: il cantiere della Metropolitana che potrebbe occupare un centinaio di edili, il Raddoppio ferroviario tra Finale e Andora, il tunnel subportuale genovese e quello della val Fontanabuona, l’Ospedale del Felettino. E ancora: lo Scolmatore del Bisagno – che doveva essere pronto nel 2024 e si andrà al 2027 – con 80 occupati che dovrebbero raddoppiare se la talpa inizia a scavare. Il Ribaltamento a mare di Fincantieri dove sono presenti due aziende che occupano rispettivamente una cinquantina di addetti, il Terzo Valico – che doveva essere pronto nel 2024 e si andrà al 2030 – dove anche qui sono presenti diverse aziende che occupano oltre 600 addetti. La Diga di Genova con 200 addetti e quella di Vado con più di 100 addetti su 3 subappalti, le due Aurelia di levante e di ponente dove rispettivamente lavorano 5 operai a cantiere.

Fillea Cgil Genova e Liguria