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Appalti pulizie scuole statali: sì internalizzare, no a lavoratori di serie A e di serie B

Nella scorsa legislatura il Ministero dell’Istruzione aveva predisposto una bozza di decreto per assumere parte dei lavoratori degli appalti delle pulizie in servizio presso le scuole statali, in particolare gli ex lavoratori socialmente utili e i lavoratori degli appalti storici. Alla base della norma la possibilità per centinaia di lavoratrici e lavoratori di entrare a far parte della grande macchina statale dopo anni di lavoro nel privato. Si tratta di una scelta importante e condivisibile alla quale le organizzazioni sindacali hanno dato il loro appoggio, ma che al momento non ha ottenuto il corretto coinvolgimento sindacale. Il confronto è necessario e urgente (si dovrebbe andare a regime dal 1 gennaio 2020), per non correre il rischio di creare discriminazioni all’interno del mondo del lavoro. Oggi i servizi di pulizia nelle scuole sono affidate sia ai lavoratori degli appalti, sia ai collaboratori scolastici, alcuni di loro in graduatoria da anni e in attesa di un posto di ruolo. Per la Cgil vi sono alcuni aspetti da chiarire tra i quali il numero dei potenziali beneficiari, la distribuzione dei lavoratori in appalto, le ore svolte, le anzianità di servizio e molti altri dati ad oggi non in possesso del Ministero, attraverso i quali garantire la trasparenza delle procedure. Il processo di internalizzazione va realizzato perché da’ risposte ai lavoratori e alla qualità del servizio e in molti casi risolve situazioni in cui le aziende scaricano sui dipendenti gli oneri di appalti vinti al massimo ribasso, ma non in contrapposizione con altri lavoratori già presenti ed attivi nel comparto scuola.

Quello che chiede il sindacato è che i Ministeri compenti, Lavoro e Istruzione, convochino tempestivamente degli incontri per trovare soluzioni, modalità e risorse per la continuità occupazionale e di reddito per tutte le lavoratrici e i lavoratori occupati negli appalti scuole, siano essi del comparto privato o quello pubblico. Per questi motivi anche in Liguria sarà chiesto a breve un incontro con il Consiglio regionale per chiedere il coinvolgimento e la partecipazione concreta della politica locale sul tema.

 

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