Questa mattina presso il teatro Verdi di Sestri Ponente si è svolta l’assemblea generale della Cgil alla quale hanno partecipato circa 400 delegate e delegati provenienti da tutta la Liguria.
L’assemblea ha condiviso quanto emerso ieri nell’Assemblea nazionale che ha votato per lo sciopero generale in caso di attacco, sequestro o arresto degli equipaggi della Global Sumud Flotilla e della missione di pace. Per la Cgil va consentito l’ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza con la garanzia di corridoi umanitari stabili e va dichiarato, insieme al rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, l’immediato cessate il fuoco.
La Cgil chiede al Governo Meloni di riconoscere lo Stato di Palestina e di interrompere ogni accordo militare, commerciale e diplomatico con il Governo di Israele e di schierarsi finalmente per la pace e il ripristino del diritto internazionale. Intanto, anche in Liguria la Cgil si è dichiarata contraria all’attracco della SLSC Severn, nave battente bandiera statunitense e che risulta carica di armi e strumenti di offesa destinate al genocidio del popolo palestinese; come già accaduto a Livorno, anche in Liguria si è pronti a respingerla.
La Cgil Liguria dice no al riarmo e sì a risorse per aumentare salari e pensioni e per scuola e sanità “Abbiamo in programma una grande mobilitazione nazionale per il 25 ottobre a Roma perchè stiamo assistendo al peggioramento delle condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati – ha dichiarato Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria a margine dell’incontro – c’è una responsabilità precisa del Governo sia sulla Legge di Stabilità, sia come datore di lavoro, visto che nei settori pubblici ha sottoscritto contratti separati che non coprono nemmeno l’inflazione”. Il problema dei salari riguarda anche larga parte dei contratti dei settori privati dove i datori di lavoro continuano a non volerli rinnovare. Rispetto al lavoro, nel primo semestre di quest’anno i dati in Liguria fotografano una realtà sempre più schiacciata sul precariato (11,7 la percentuale di incidenza delle assunzioni a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni contro il 19,2 del nord Ovest), condizione che si riflette anche su salute e sicurezza: la Liguria, rispetto al nord Ovest è in controtendenza sugli infortuni mortali con una percentuale molto alta (+55%, contro – 1,9 nel nord Ovest) e sulle malattie professionali (+19,4 contro il + 15,9 del nord Ovest) “Se a questi dati aggiungiamo il fatto che nella sola industria manifatturiera, uno dei settori maggiormente strutturati anche dal punto di vista normativo e contrattuale, abbiamo perso ben 10 mila posti di lavoro rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso, la preoccupazione è evidente” dichiara ancora Calà che conclude con una riflessione sulla sanità “In questi giorni la Regione ha annunciato una riforma sanitaria che da quanto si legge non risolverà i problemi di operatori e pazienti. La sanità ligure ha bisogno di risorse per assumere personale e acquisire nuove tecnologie, due condizioni imprescindibili se si vogliono ridurre i tempi delle liste d’attesa. Le risorse servono anche per potenziare la medicina territoriale, l’unico strumento utile ad evitare che i pronto soccorso siano costantemente intasati ma, da quanto abbiamo letto, si tratterebbe più un passaggio amministrativo che riduce le Asl da 5 a una, accentrando tutto in unico soggetto, e andando quindi nella direzione diametralmente opposta”.
I lavori sono stati conclusi da Cristian Ferrari Segretario nazionale Cgil.
Cgil Liguria