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Le drammatiche condizioni di chi viaggia sulle autostrade liguri mettono in secondo piano le condizioni di lavoro che vivono gli operai nei cantieri dedicati alla manutenzione. Non si conoscono le imprese, da dove provengano, quanti siano i cantieri e i lavoratori impiegati e con quali professionalità, quante ore lavorino di giorno e di notte, sette giorni su sette e se siano rispettati i contratti collettivi e le regole sulla sicurezza. Domande alle quali sarebbe possibile rispondere se fosse applicato integralmente il protocollo ligure, unico in Italia, sottoscritto nel 2017 “Il caos che stanno vivendo le autostrade potrebbe essere parzialmente alleviato se solo si applicasse il protocollo siglato tra le organizzazioni sindacali, le prefetture liguri, la Regione Liguria e le concessionarie” così Federico Vesigna e Fabio Marante, rispettivamente Segretario Generale e Segretario Organizzativo di Cgil Liguria commentano la drammatica situazione della mobilità sul territorio. La necessità di rendere sicure le strade attraverso il rispetto delle regole è un elemento imprescindibile per ridare qualità alla nostra rete “Il protocollo regionale tiene insieme la tutela degli utenti e quella di chi sulle autostrade ci lavora – aggiungono i sindacalisti – purtroppo il protocollo è in parte disatteso soprattutto nel capitolo delle concessionarie che non sempre provvedono all’inoltro delle notifiche preliminari con le informazioni necessarie all’apertura di un cantiere”. L’accesso ai cantieri autostradali da parte delle organizzazioni sindacali non sempre viene autorizzato aumentando le difficoltà per il sindacato a proseguire l’impegno a favore della sicurezza e del rispetto delle norme contrattuali. Per Vesigna e Marante “Prima dell’avvio dei lavori, la  concessionarie autostradali devono promuovere l’incontro tra le imprese affidatarie e il sindacato rispetto alla sicurezza, all’organizzazione del lavoro e la logistica del cantiere – e concludono – per questo motivo è necessario che i Prefetti della Liguria si attivino per garantire l’applicazione integrale del Protocollo”.