Nelle settimane scorse il Comune di Genova ha presentato “Caruggi”, il piano integrato di interventi con il quale l’amministrazione comunale punta al recupero a 360 gradi del centro storico. Il piano di rigenerazione urbana del centro storico genovese è un progetto molto affascinante che merita di diventare realtà e può essere un modello che parla a tutto il Paese. L’idea di riqualificare uno dei più grandi centri storici medioevali d’Europa, e comunque il più densamente popolato per renderlo al tempo stesso più vivibile e più accessibile, rappresenta una sfida da condividere che può diventare il simbolo del riscatto di una città e di una regione che non vogliono essere condannate al declino, prima di tutto demografico. Il progetto “caruggi” ha potenzialità enormi ma per coglierle appieno c’è bisogno di un ampio coinvolgimento della società civile. L’entità del progetto è tale che coinvolge tutti gli assessorati del Comune di Genova, gli uffici dell’Urban Center, la Direzione Urbanistica, il Patrimonio e in aggiunta la Scuola Politecnica. Una mole di lavoro così complessa necessita di una ampia partecipazione che valorizzi gli interventi e moltiplichi gli effetti della sua realizzazione: il progetto deve diventare concretamente, e non solo sulla carta, patrimonio di chi i caruggi li vive quotidianamente, con l’obiettivo di migliorare il benessere sociale della comunità. L’idea che il centro storico possa diventare luogo di soggiorno per turisti e casa per gli studenti può essere un’idea vincente, a condizione che resti un luogo dove abitare, vivere e lavorare. Non può quindi essere solo un’operazione immobiliare, ma deve essere un’occasione per favorire gli spazi di socialità, investendo nella qualità dei servizi pubblici. In altre parole va contrastata qualsiasi tentazione di allontanare la popolazione residente e va al contrario favorita la funzione residenziale.
Per un progetto di 137 milioni potranno essere coinvolti i privati, ma si potrà accedere anche al nuovo Fondo Qualità dell’Abitare previsto dalla Legge di Bilancio 2020 che destina 850 milioni di euro a Comuni e Regioni per interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale sociale e di rifunzionalizzazione degli spazi pubblici.
E poi c’è il nuovo programma dei Fondi Europei e le risorse del Next Generation Eu, strumento che contribuirà a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia di coronavirus, per creare un’Europa post Covid 19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future.
Quello che farà la differenza è la qualità dei progetti.
La Cgil è interessata a fare la propria parte, sia nella fase progettuale dell’analisi dei bisogni, sia in quella realizzativa, dal momento che i progetti di rigenerazione urbana possono diventare un volano per la ripresa industriale di molti settori.
Come Cgil ci aspettiamo, come promesso dal Sindaco, che si avvii un confronto anche con le organizzazioni sindacali. Il futuro delle nostre città si costruisce insieme.
Igor Magni e Federico Vesigna
Segretari Generali
Cgil Genova e Liguria