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Ci siamo lasciati alle spalle un anno molto complicato.
L’auspicio è che il 2020 possa riservarci qualche soddisfazione in più.
All’inizio del 2019 si è conclusa la lunga stagione congressuale. Ne è uscita un’organizzazione più unita e più forte sotto la guida del nuovo Segretario Generale Maurizio Landini.
La spinta impressa dalla Cgil ha rilanciato l’iniziativa unitaria che, dalla grande manifestazione del 9 febbraio, ha visto Cgil, Cisl e Uil, confederali e di categoria, mobilitarsi nelle piazze di tutta Italia per chiedere una svolta nelle politiche del Governo.
C’era ancora il Governo gialloverde. Salvini, Ministro dell’Interno, chiudeva i porti ai migranti. Promettevano condoni e Flat Tax, minacciavano l’Europa e lo spread era stabilmente sopra quota 300.
Non appena approvato il decreto sicurezza, a cavallo di ferragosto, è esplosa la più incredibile crisi di governo della storia della Repubblica. In un tira e molla che ci ha accompagnato per tutto il mese di agosto, siamo arrivati al voto di fiducia di una nuova maggioranza, costruita sui banchi del Parlamento con la difficile coabitazione tra Movimento 5 Stelle e PD.
Gli ultimi mesi di quest’anno sono trascorsi tra mille traversie e inciampi rispetto ai quali Cgil, Cisl e Uil hanno provato a fare il loro mestiere. Ci siamo seduti ai tavoli, abbiamo difeso le nostre proposte e, nei limiti delle risorse disponibili, abbiamo anche portato a casa qualche risultato: 3 miliardi di restituzione del cuneo fiscale ai lavoratori, che vale quanto una tranches di rinnovo contrattuale; la conferma di 2 miliardi in più al Fondo Sanitario Nazionale; 2 miliardi in più anche per l’edilizia sanitaria, insieme alla cancellazione del super ticket. Queste sono le buone notizie, dopodiché la stragrande maggioranza delle risorse se ne sono andate per cancellare le clausole di salvaguardia e scongiurare l’aumento dell’Iva e le risorse residue sono quelle che sono. Restano problemi sulla condizione dei pensionati, ai quali non è andato nulla, e sul rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici. Tuttavia non si può non riconoscere un cambiamento nella direzione di marcia, sebbene ancora timida e insufficiente.
Per questo sono stati avviati quattro tavoli di confronto con il Governo che ci devono portare a condividere impegni a più lungo termine: da una riforma del fisco che restituisca a lavoratori dipendenti e pensionati il potere d’acquisto perso in questi anni a una riforma delle pensioni che ripristini la flessibilità in uscita e dia una risposta alle nuove generazioni.
Al netto delle continue fibrillazioni che si autoinfligge il Governo, il 2020 potrebbe davvero essere un anno di svolta a condizione di fare della lotta all’evasione fiscale una vera priorità.
Occorre affrontare le tante crisi di cui è costellato il nostro tessuto produttivo. Servono nuovi ammortizzatori sociali che non lascino nessuno indietro. Bisogna investire nelle politiche di sviluppo con un diverso e nuovo protagonismo del pubblico e una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale.
A proposito di sostenibilità ambientale la nostra regione, sul finire del 2019, è stata funestata da pesanti eventi metereologici che hanno ulteriormente aggravato la fragile situazione infrastrutturale già resa critica dal crollo del ponte Morandi. Le frane sulla A6 e la fragilità dei viadotti della A26 hanno quasi completamente isolato la Liguria creando ricadute e difficoltà pesanti all’intero tessuto produttivo. In una regione come la nostra, nella quale le autostrade sono un susseguirsi di ponti e viadotti, se manca la manutenzione le probabilità di trovarsi in situazioni critiche aumentano verticalmente. Non serve un profeta per traguardare ciò che risulterà prioritario nel 2020 e negli anni seguenti: una celere ed efficace opera di manutenzione delle strutture viarie; un piano straordinario d’investimenti diffusi su tutto il territorio regionale per la lotta al dissesto idrogeologico attraverso la cura del territorio e il contrasto all’abbandono delle aree interne; nuove infrastrutture viarie e ferroviarie – per rompere l’attuale isolamento – fondamentali per il rilancio dello sviluppo, dal porto al turismo, con particolare attenzione alla “cura del ferro” per alleggerire dal traffico su gomma le nostre strade.
La Cgil saprà mettere in campo tutti gli strumenti necessari affinché il lavoro torni al centro dell’agenda politica del paese e si possa davvero cambiare verso nell’interesse di lavoratori e pensionati.

Federico Vesigna
Segretario Generale Cgil Liguria