image_pdfimage_print

Oggi si è svolta in modalità mista (in presenza e online) la riunione del Comitato Regionale Istruzione e Formazione la cui modalità di conduzione da parte della Regione Liguria ha sfiorato momenti di “teatrino dell’assurdo”. “La discussione è stata condotta in modo surreale, con continue interruzioni da parte dell’Assessore e difficoltà ad esprimere la propria posizione attraverso il voto” commentano dalla Cgil. La riunione, alla quale ha partecipato la Cgil Liguria e la Federazione Lavoratori conoscenza della Liguria e di Genova, ha avuto per oggetto il Piano di dimensionamento della rete scolastica e piano dell’offerta formativa 2024/2025 sul quale la Cgil ha più volte manifestato la propria contrarietà giudicando l’operazione come un mero taglio alla rete scolastica. La riunione si è conclusa con 9 soggetti a favore e 5 contrari “Gli astenuti non sono stati conteggiati – commentano ancora dal sindacato – tra cui le province di Spezia e Imperia, altri come il Comune e la Provincia di Genova non erano presenti durante la votazione. Tra i contrari molti enti locali di varia estrazione politica mentre tra i favorevoli enti come Confartigianato, Confcommercio, Confagricoltura.
Per la Cgil si tratta di un taglio alla rete scolastica che non prende in considerazione le esigenze reali della scuola e non supporta adeguatamente l’offerta formativa.
La Cgil conferma la propria netta contrarietà all’operazione che non ha coinvolto chi lavora nella scuola, né gli enti locali “La riunione di oggi – commentano ancora dal sindacato – è arrivata nel primo giorno utile per le iscrizioni scolastiche, una beffa per genitori e ragazzi che devono effettuare delle scelte sulla base di piani formativi che senz’altro subiranno variazioni. Le ripercussioni dell’operazione infatti graveranno sul personale amministrativo tecnico e ausiliario, perché in virtù dell’accorpamento alle scuole sarà assegnato meno personale anche docente, come nel caso dell’insegnamento su materie comuni”.
In conclusione per la Cgil l’operazione della Regione è dettata solo da elementi ragionieristici, non certo tesi ad ottimizzare una riorganizzazione reale delle istituzioni scolastiche.