“Lo abbiamo denunciato mesi fa, la Cassazione lo conferma rilevando le criticità del decreto sicurezza: quelle norme sono sbagliate, scritte male, concepite peggio, e danneggiano le cittadine e i cittadini”. Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione commenta la relazione dell’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione sul provvedimento convertito in legge lo scorso 9 giugno.
“Norme evidentemente anticostituzionali, come anticostituzionale è stato l’intero iter di approvazione, con la scelta scellerata del Governo di trasformare un disegno di legge in un decreto, svuotando delle proprie prerogative il Parlamento. Il Governo – prosegue la dirigente sindacale – sta facendo arretrare in modo evidente la qualità della nostra democrazia costituzionale”.
Ghiglione sottolinea in particolare “la rilevanza di alcuni passaggi della relazione, come quelli che mettono in luce come il decreto contribuisca a criminalizzare il dissenso. Lo abbiamo visto chiaramente nei giorni scorsi – ricorda – quando lavoratrici e lavoratori scesi in piazza per rivendicare salari e diritti sono stati considerati una minaccia invece che interlocutori sociali. È un segnale gravissimo”.
La segretaria confederale evidenzia inoltre “i rilievi della Cassazione sulla vaghezza delle norme e sull’eterogeneità delle materie trattate, che danno vita a un calderone normativo confuso e incoerente, ben lontano dall’obiettivo dichiarato di rafforzare la sicurezza. Il risultato reale è stato l’aumento dell’arbitrarietà, dell’incertezza giuridica e del disordine normativo”.
“La sicurezza – sostiene Ghiglione – non si costruisce con norme punitive e ambigue, ma con lavoro stabile, salari dignitosi, politiche sociali nei territori e pieno riconoscimento dei diritti e della dignità delle persone. Il Governo si occupi seriamente dei problemi reali del Paese. Questo decreto è il simbolo di una politica che, invece di ascoltarle, ha paura delle persone. Noi – conclude – continueremo a mobilitarci per difendere i diritti, la libertà e la democrazia. La vera sicurezza si chiama giustizia sociale”.
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