image_pdfimage_print

MARTEDÌ 18 OTTOBRE PRESIDIO e INCONTRO con il Prefetto di Savona

dalle ore 10.30 alle ore 12.30 in Piazza Saffi a Savona

Dall’inizio del 2022 sono 677 i morti sul lavoro in Italia, una media di 3 al giorno.

Più di 400.000 le denunce di infortuni e una crescita di più del 7% per le denunce di malattie professionali. Lo scorso anno le ispezioni nelle aziende hanno evidenziato irregolarità per il 69% delle aziende controllate. Per salute e sicurezza sul lavoro si arriva al 77% di irregolarità. E questo con una quantità di organi di controllo e vigilanza ridicola per 1.600.000 imprese.

Non sono numeri! Sono persone!

Non c’è più tempo, non siamo disponibili ad attendere oltre, continuando a contare lavoratori e studenti infortunati o addirittura morti sul lavoro o durante un’esperienza formativa in azienda.

Occorre intervenire subito con provvedimenti in grado di fermare questa strage. Le Istituzioni preposte si facciano immediatamente carico di questa situazione insostenibile. Imprese, organi di vigilanza e associazioni di categoria si assumano le proprie responsabilità a partire dalla ferma posizione di non derogare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro su orario e sicurezza.

Chiunque esca la mattina dalla propria casa per andare a lavorare o per un’esperienza formativa prevista dal proprio percorso di studi, deve avere la certezza di tornarvi la sera. Le morti sul posto di lavoro non sono incidenti ma veri e propri omicidi.  

Poi però c’è il resto, c’è il continuo aumento del numero degli infortuni sul lavoro in Italia ma soprattutto nella nostra Provincia, dove da Gennaio ad Agosto 2022 le denunce di infortunio sono ben 3.582 – maglia nera dell’intera Regione Liguria.

Nel 2021 oltre 1.400 morti in Italia; nel periodo 2012-2021 in Liguria 343 morti di cui 69 in Provincia di Savona; la media giornaliera delle denunce in Liguria molto elevata e pari a 52 (51,7) di cui a Savona più di 10 (10,1). 

È bastato che la morsa della pandemia allentasse lievemente la sua presa e consentisse di riprendere in modo più regolare tutte le attività lavorative, con i ritmi e i carichi di lavoro di sempre, che il dramma delle morti sul lavoro, per cause diverse dal COVID-19, si riproponesse con la tragica “ordinaria” frequenza.

In questo momento in cui per il nostro Paese risultano prioritarie la ripresa e la ripartenza, va alzata ulteriormente l’attenzione sulle misure di prevenzione e protezione e sul rispetto della normativa poiché un lavoratore o una lavoratrice che escono di casa per andare a lavorare hanno il diritto di tornarci sani e salvi: la vita delle persone deve essere un valore collettivo superiore al profitto.

Il Sindacato Confederale Savonese ha da tempo delle proposte costruite insieme alle delegate e ai delegati della Provincia di Savona nell’assemblea del marzo scorso e inviate al Prefetto di Savona con l’obbiettivo di potenziare i controlli e quindi ridurre gli infortuni.

Nell’incontro del 18 ottobre presenteremo ancora una volta le nostre proposte, nazionali e locali, chiedendo alla Prefettura di convocare al più presto una riunione con tutti i soggetti preposti al controllo e alla prevenzione in Provincia di Savona e al Provveditore agli Studi della Provincia di Savona.

Questi in sintesi alcune delle nostre proposte di CGIL, CISL e UIL:

PATTO PER LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

1 Formazione come diritto universale ed esigibile di ogni lavoratore e lavoratrice: nessuno/a al lavoro senza una preparazione ed un addestramento adeguati. Formazione anche per i datori di lavoro e per coloro che intendono aprire un’attività.

2 Inserimento nei programmi scolastici, almeno delle scuole superiori, della materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le ragazze ed i ragazzi che oggi sono a scuola/università, saranno le lavoratrici/i lavoratori, le imprenditrici /gli imprenditori, le libere professioniste/i liberi professionisti di domani.

Devono poter comprendere il valore della vita umana anche sul lavoro. Devono poter conoscere quando è importante proteggersi e proteggere. Rispettare le norme per la sicurezza, non è questione burocratica ma significa rispettare la vita propria e altrui.

3 Miglioramento delle ispezioni in quantità, qualità e frequenza attraverso la giusta e necessaria riforma del livello istituzionale di indirizzo e programmazione, l’integrazione delle banche dati disponibili, lo sviluppo di tutti i servizi di prevenzione e per la sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso assunzioni mirate e finanziamenti ad hoc e tramite la realizzazione di una anagrafe degli RLS/RLST consultabile e utilizzabile presso le sedi regionali dell’INAIL.

4 Investimento, tramite l’INAIL, di risorse sulla ricerca, sia per proteggere i lavoratori e le lavoratrici utilizzando la tecnologia innovativa, sia per accompagnare le modifiche ormai veloci delle modalità lavorative, per mettere al centro la protezione della persona.

5 Generalizzazione e rafforzamento della rappresentanza sindacale dei lavoratori in tutti i contesti e settori.

6 Valorizzazione della contrattazione come misura di prevenzione: tornare a contrattare gli orari, i turni, l’organizzazione del lavoro come elemento cardine di miglioramento continuo.

7 Qualificazione delle imprese e patente a punti, per determinare regolarità rispetto alle norme su salute e sicurezza, legalità e piena applicazione dei CCNL al fine di contrastare il fenomeno dell’aggiudicazione di appalti e subappalti ad aziende che comprimono i costi speculando sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

 

CGIL

Andrea PASA

CISL

Simone PESCE

UIL

Sheeba SERVETTO