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“La Cgil celebra anche quest’anno la giornata di contrasto all’omolesbobitransfobia, in un contesto profondamente mutato e caratterizzato da attacchi quotidiani contro le persone trans e i figli e le figlie delle famiglie omogenitoriali. Di fronte a questo scenario non rimaniamo indifferenti: sia nel mondo del lavoro, attraverso la contrattazione e la tutela individuale, che nella società, moltiplicheremo il nostro impegno per l’inclusione e l’accoglienza per tutte e tutti a prescindere dalle caratteristiche personali. È questo che prevede l’art. 1 del nostro Statuto nell’affermare, conformemente alla Carta Costituzionale, il ripudio di qualunque discriminazione basata su ‘orientamento sessuale e identità di genere’”. Così il responsabile dell’Ufficio diritti della Cgil nazionale, Sandro Gallittu.

 

“Riteniamo di fondamentale importanza le pronunce della Corte Costituzionale che mettono al centro la tutela del superiore interesse del minore alla vita familiare a prescindere dalle modalità procreativa attraverso la quale è nato”, sottolinea il dirigente sindacale. “Nella stessa direzione – ricorda – vanno i richiami dell’Unione Europea e l’iniziativa dei Sindaci e delle Sindache che chiedono di poter riprendere le registrazioni con doppia genitorialitá delle bambine e dei bambini e norme che garantiscano le trascrizioni alla nascita e il matrimonio egualitario”.

 

Per la Cgil “occorre una nuova legge che garantisca l’autodeterminazione delle persone transgender e superi le norme del 1982, ormai contrastanti con le posizioni dell’OMS che vanno invece nel senso della depatologizzazione e della depsichiatrizzazione. Nel frattempo – prosegue Gallittu – continueremo a chiedere con forza l’introduzione delle carriere alias nelle scuole e nei posti di lavoro, conformemente a quanto fatto dalla nostra Organizzazione, alla quale è oggi possibile iscriversi con il nome e il genere di elezione”.

 

“Gli attacchi da parte della attuale maggioranza parlamentare non sono purtroppo casuali: è chiaro – sostiene il responsabile dell’Ufficio Nuovi diritti della Confederazione – il disegno di colpire i pezzi più fragili ed esposti della comunità LGBTQIA+ affinché arrivi forte e chiaro il messaggio che il vento è cambiato e anche la narrazione della realtà deve cambiare, con le buone o con le cattive”.

“Non vorremmo più sentir parlare della fantomatica ‘ideologia gender’ dietro la quale si nasconde solo l’omolesbobitransfobia di chi ne parla: è venuta l’ora di abbandonare l’uso di parole che, come in una lapidazione mediatica, colpiscono violentemente la vita delle persone, è venuta l’ora – conclude Gallittu – di dire forte e chiaro che le persone e le loro vite non sono un’ideologia”.