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Tra le regioni del nord ovest la Liguria è quella che nel 2023 registra il maggior calo nelle nuove attivazioni di contratti di lavoro dipendente nel settore privato rispetto al 2022. La Liguria chiude il 2023 con un calo del -0,9% delle assunzioni rispetto all’anno precedente (-1.954 contratti), contro il più contenuto -0,3% del Nord-Ovest e addirittura il +0,3% della media nazionale. I dati delle nuove assunzioni in Liguria passano quindi dalle 215.076 del 2022 alle 213.122 del 2023.
“Continuano i toni trionfalistici della politica, ma la realtà è data dai numeri che mandano segnali preoccupanti sul lavoro dipendente che è la spina dorsale degli occupati in Liguria – così Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria commenta i dati Inps sulle assunzioni con contratti di lavoro dipendente nel settore privato, e continua – la Liguria è una regione che non riesce a dare risposte alla parte più giovane della forza lavoro”.
Secondo i dati Inps elaborati da Marco De Silva responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Genova e Liguria la fascia di età dove si sono avute meno assunzioni è soprattutto quella dei giovani (sino a 29 anni) che nel 2023 perdono 701 contratti rispetto al 2022. Peggiora anche la qualità delle assunzioni visto che nel 2023 l’87,5 per cento dei nuovi assunti in Liguria è precario (il primo posto tra i contratti è quello a termine con il 44,5 per cento) e solo il 12,5 per cento delle nuove assunzioni è a tempo indeterminato; in aumento tra le molteplici tipologie contrattuali solo il lavoro stagionale che ormai rappresenta il 14% del totale, l’incidenza del part-time che riguarda il 35% di tutte le nuove assunzioni e quelle per gli stranieri (+3,5%) che rappresentano quasi un terzo di tutte le assunzioni in Liguria nel 2023. A rimarcare ulteriormente la precarietà dei flussi in entrata nel mercato del lavoro ligure il dato sui voucher che nel 2023 hanno interessato 10.860 persone (+6% sul 2022), di cui oltre quarti donne.
Tra le province è l’area metropolitana di Genova ad avere la performance peggiore con – 3.317 assunzioni pari al -2,8%: Genova fa peggio di tutte le altre città del nord-ovest seguita da Torino con -2,7% mentre Milano aumenta le assunzioni del 2,2% e Aosta con +2,5% fa meglio di tutti nel Nord-Ovest. A Genova quindi continua il trend negativo iniziato prima della pandemia: nel confronto tra il 2019 e il 2023 Genova segna un calo (-1,2%) “Purtroppo il trend delle nuove assunzioni non solo è negativo ma arriva da lontano e quindi fa pensare ad una ulteriore fase di stagflazione dell’economica della nostra provincia – commenta Igor Magni Segretario Generale Camera del Lavoro di Genova – ad essere in sofferenza sono soprattutto le imprese di media dimensione e a fatica tengono le altre, mentre crescono solo le piccole: serve un massiccio intervento a favore di insediamenti di aziende manifatturiere e investimenti per lavoro di qualità che possano ridare slancio alla città”. Per Magni e Calà “Le istituzioni, Regione e Comune, ma anche i soggetti economici devono rendersi conto che sugli aspetti della quantità e qualità del lavoro è determinante orientare l’economia attraverso interventi mirati sia per evitare una completa terziarizzazione del territorio in un mercato troppo fluido sia per affrontare il problema dell’abbandono di questa regione da parte dei lavoratori”.