Legge Nordio: Cgil, grave stravolgimento della Costituzione
“La Costituzione non è proprietà della maggioranza, ma è patrimonio condiviso di tutto il Paese. È innanzitutto questo il principio fondamentale che non è stato rispettato né oggi, con l’approvazione definitiva della Legge Nordio, né durante tutto l’iter parlamentare di questa vera e propria controriforma. E non poteva essere altrimenti, visto che l’iniziativa legislativa è partita direttamente dal Governo e alle Camere non è stato consentito alcun ruolo emendativo. È sufficiente questo alla nostra Organizzazione, contraria a modifiche della Costituzione approvate da una sola parte, per esprimere un giudizio radicalmente negativo su quanto avvenuto”. Così la Cgil nazionale in una nota.
“Ma poi – prosegue la Cgil – oltre il metodo, c’è il merito del provvedimento, che colpisce l’indipendenza della magistratura, compromettendo l’equilibrio dei poteri sapientemente stabilito dai padri costituenti e pregiudicando l’eguaglianza di cittadini e cittadine di fronte alla legge”.
Per il sindacato di corso d’Italia, la riforma “oltretutto, non incide in alcun modo sull’efficienza della giustizia e sulla riduzione dei tempi del processo, per cui le persone comuni non ne trarranno alcun beneficio. E non c’entra nulla nemmeno il garantismo, a meno che lo si consideri un privilegio per i potenti e non un diritto per tutti.
“L’obiettivo – sottolinea la Cgil – è chiaro: accentrare il potere nelle mani dell’Esecutivo e considerare il controllo di legalità un ostacolo al suo pieno esercizio, come peraltro dimostra la scomposta e minacciosa reazione di queste ore alla decisione della Corte dei conti in merito al Ponte sullo Stretto di Messina. Insieme a tante realtà sociali, associative e culturali abbiamo manifestato e argomentato la nostra contrarietà al progetto in questione. Siamo stati ignorati”.
“Arrivati a questo punto non resta che il referendum costituzionale come strumento per far valere il parere degli elettori, i soli che possono fermare lo stravolgimento della Costituzione in atto, che vede nel colpo inferto all’autonomia della magistratura solo un primo passo, cui rischiano di seguirne altri, a partire dal premierato. Come Cgil, faremo fino in fondo la nostra parte”, conclude la nota.