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“Le leggi sbagliate vanno cambiate”: nel mirino il Jobs act, ma non solo. Quesiti pronti entro marzo, poi la raccolta firme e il possibile voto a primavera 2025

Licenziamenti individuali, precarietà del lavoro e appalti: La Cgil si prepara a predisporre referendum abrogativi. L’assemblea generale ha infatti votato il mandato alla segreteria ad avviare il percorso in questa direzione. Nel mirino c’è il Jobs act ma non solo, poiché i tre temi sono disciplinati da più leggi. La formulazione dei quesiti e il numero dei referendum dovrebbero essere definiti entro il mese di marzo, per poi procedere al deposito dei quesiti in Cassazione e alla raccolta delle firme (almeno 500mila) per poter andare al voto nella primavera 2025.

“Per cambiare le leggi sbagliate e proporre un altro modello sociale e di sviluppo, che metta al centro la dignità e la libertà delle persone”, si legge nel documento approvato a larga maggioranza, “l’assemblea generale della Cgil dà mandato alla segreteria nazionale di predisporre referendum abrogativi su tre campi: licenziamenti individuali, precarietà del lavoro, appalti; preferibilmente da affiancare a un referendum abrogativo dell’autonomia differenziata che abbiamo tutta l’intenzione di promuovere non appena il ddl Calderoli verrà approvato definitivamente”.

La campagna referendaria, sostiene il sindacato guidato da Maurizio Landini, “restituendo la parola all’insieme delle cittadine e dei cittadini, acquista, soprattutto in una fase di disillusione verso la politica e di disaffezione al voto, un’ulteriore valenza di stimolo e di rilancio della partecipazione democratica”.

Inoltre, l’assemblea generale di Corso Italia impegna l’organizzazione “a predisporre – anche verificando le convergenze con le associazioni e i movimenti che fanno parte dell’alleanza sociale La via maestra – proposte di legge di iniziativa popolare su temi di giustizia sociale e del lavoro, quali: gli appalti, a partire dal ripristino della parità di trattamento e contro il subappalto a cascata; il contrasto alla precarietà e alla povertà; la difesa e il rilancio del servizio sanitario nazionale, la non autosufficienza, la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Per la Cgil, diritto a salute e sicurezza e a un Servizio sanitario nazionale pubblico e universale, diritto all’istruzione, giustizia fiscale, disabili e anziani non autosufficienti, pensioni e previdenza, “diritto – soprattutto per le donne e le nuove generazioni – a non vivere in un eterno e precario presente, dovranno essere al centro di un’iniziativa di mobilitazione, fino ad una manifestazione nazionale, da costruire nelle prossime settimane, nel dialogo con le altre organizzazioni sindacali confederali, a partire dalla Uil”.

Da Collettiva