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Non è condivisibile un piano di sviluppo della Liguria che immagina di sostituire settori manifatturieri che producono tecnologia e ricchezza e competizione, anche internazionale, con i soli settori del turismo o della silver economy.
Negli ultimi 30 anni questo Paese ha fatto l’errore di pensare di poter vivere di turismo “sole e mare” con il risultato di aver perso una parte importante della capacità produttiva e tecnologica e diventando filiera di Paesi che hanno conservato una forte struttura industriale. Non c’è nessuna lungimiranza economica, oltre che sociale, in un piano del genere. Il territorio cresce se agisce su una tastiera economica che lo tiene al riparo dagli andamenti dei singoli settori: lo hanno dimostrato le grandi crisi economiche e in ultimo la pandemia.
C’è un elemento che non compare nell’analisi del Presidente ed è la qualità dell’occupazione. La precarietà è sempre più diffusa proprio nei settori del turismo, dei servizi e degli anziani. Tra l’altro, se davvero si vuole investire su turismo e silver economy, non in alternativa ad altri settori, non basta puntare solo sulle meraviglie del territorio ligure. Bisogna investire su strategie di sviluppo dei servizi pubblici e delle infrastrutture, sulla capacità di programmazione delle attività e dei flussi turistici, sulla cultura e sulle nuove forme di offerta dei servizi richieste dalla silver economy, ma soprattutto in sanità: oggi sono troppi gli anziani liguri che decidono di curarsi in altre regioni e questo non rappresenta certo un buon biglietto da visita per quelli che si vorrebbero attrarre in Liguria.

Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria