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L’ennesimo episodio appreso oggi di un migrante investito verso la Francia è inaccettabile.
Pochi mesi fa, in occasione dell’ultimo incidente proprio sulla A10 (erano 2 i migranti investiti in quell’occasione), avevamo dichiarato che si trattava di un’ennesima puntata di
un triste film già visto; era il 2 aprile scorso e solo un mese prima, il 2 marzo, un altro
migrante era morto folgorato sul tetto del treno, mentre cercava di attraversare la frontiera
di nascosto. E ancora la serata del 31 ottobre 2021, un analogo episodio era capitato alla
stazione di Garavan Menton.
Successivamente un cadavere, in avanzato stato di decomposizione e per questo
irriconoscibile, è stato rinvenuto in un burrone sul Passo della morte. E solo poche
settimane prima, un altro decesso aveva bloccato il traffico ferroviario all’altezza di Latte,
prima della frontiera: era il 1 febbraio 2021.
E il 29 agosto, in un episodio identico aveva visto la morte un uomo del Bangladesh
proprio nello stesso tratto.
E ancora il 3 giugno un migrante era morto affogato vicino alla foce del fiume Roja, dove
pare si era immerso per lavarsi; e la mattina del 27 maggio un ragazzo pakistano di 37
anni, trovato morto dai netturbini, a fianco ai bidoni dell’immondizia; e il 22 maggio il
suicidio presso il CPR di Torino di Mamadè Moussa Balde originario della Guinea, che il 9
maggio precedente era stato selvaggiamente picchiato in centro a Ventimiglia.
Un elenco che fa male al cuore ma che è doveroso aggiornare, per provare a riconoscere
la dignità dell’esistenza, almeno nel momento della morte, a persone che in vita erano
considerate invisibili.
Il dramma è che si tratta di un elenco parziale, perché di tanti potremmo non essere a
conoscenza.
Mentre si discute di sbarchi “selettivi” le persone a fianco a noi continuano a non avere un
riparo e continuano a morire. Proprio sabato scorso abbiamo manifestato a Roma e a
Ventimiglia per la pace. Ma può esserci pace se non è per tutti? E’ bene essere
consapevoli che sul nostro territorio c’è bisogno di una svolta. Chiediamo a gran voce
che venga finalmente allestito un campo di accoglienza per le persone in transito.


Fulvio Fellegara  Segretario Regionale Cgil Liguria