image_pdfimage_print

Documento CGIL e UIL consegnato in Prefettura

Genova, 12 dicembre 2018

A seguito del crollo del ponte Morandi Genova e il territorio metropolitano devono fare i conti con una situazione che non è più la stessa e che non lo sarà per molto tempo.

Il decreto Genova, emanato con notevole ritardo rispetto alle necessità, è confuso su molti aspetti che riguardano il lavoro e, soprattutto, non stanzia le risorse necessarie. Un punto su tutti: gli aiuti a lavoratori e imprese. Il decreto prevede un sostegno solo alle aziende che hanno fatto la richiesta di risarcimento danni, senza contare quelle che hanno avuto una perdita di fatturato. E’ evidente che in questo secondo caso, le aziende in difficoltà cercano di contenere i costi; uno dei modi è quello di non rinnovare i contratti ai lavoratori precari.

I lavoratori hanno bisogno di ammortizzatori sociali e sostegno al reddito che permettano di sostenere chi ha perso il lavoro e chi, sempre per colpa dei riflessi del crollo, deve fare i conti con un’attività limitata. Oggi la zona di riferimento è la città metropolitana, i finanziamenti sono limitati nel tempo e le risorse potrebbero essere insufficienti. Sarebbe necessario uno strumento flessibile e rifinanziabile da mettere a disposizione del territorio, che deve essere sostenuto dal punto di vista sociale e economico.

Lavoro e sviluppo sono le priorità che Cgil e Uil hanno individuato, perché Genova non ha bisogno di annunci ma di fatti concreti. La finanziaria non può prevedere decurtazioni ai bilanci dei Comuni e il decreto Genova deve trovare la copertura economica. Il crollo del ponte Morandi ha aggravato le ferite di un territorio fragile: abbiamo bisogno di decongestionare Genova e di collegare la Liguria al resto d’Europa per rilanciare un’economia allo stremo delle forze e ridisegnarne il futuro.

Per questo è importante procedere con le grandi opere infrastrutturali, realizzando presto e bene Terzo Valico, Gronda, Nodo Ferroviario, non dimenticando la portualità che deve essere sostenuta per competere con gli scali più importanti d’Europa. Nell’analisi costi/benefici, il nostro territorio ha bisogno di quei costi e sta aspettando da  tempo di  averne i benefici per un reale sostegno all’economia; e naturalmente nell’organizzazione dei lavori, i cantieri devono essere controllati e la sicurezza sul lavoro garantita quotidianamente.

Le aziende investono laddove è possibile intercettare importanti investimenti per trasformarli in nuove e importanti opportunità occupazionali. Anche per questo va messo in sicurezza il territorio con una concreta lotta al dissesto idrogeologico, ma – come sappiamo – anche per queste misure occorrono risorse.

Genova vuole rialzare la testa ma lo può fare solo se tutti coloro che hanno responsabilità politiche e di governo lo vorranno realmente.

Ma Genova non è solo quella circoscritta al perimetro del suo Comune, è anche Città metropolitana e, quindi, ci rivolgiamo alla Prefettura anche per l’economia del Tigullio Golfo Paradiso che necessita di fondi e di interventi strutturali necessari, non solo per ricostruire quanto distrutto nelle aree coinvolte dalle recenti mareggiate, ma anche a garantire lavoro e occupazione.

Queste sono le condizioni minime se davvero si vuole ragionare nell’ottica di sviluppo possibile e di rilancio del nostro territorio. Ed infine, insieme alla partita del lavoro, ne abbiamo due non meno importanti: quelle del sociale e della sanità pubblica. In particolare, a causa del crollo del ponte, nelle zone più svantaggiate è necessario incrementare e sviluppare i servizi sociali e sanitari pubblici, devono essere rafforzati perché importante che siano fruibili in prossimità.

Cgil e Uil non si rassegnano al declino ed insieme ai lavoratori chiederanno al Governo di non abbandonare Genova e il territorio metropolitano, i suoi lavoratori, i suoi cittadini.

Igor Magni, Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova

Mario Ghini, Segretario Generale Uil Liguria