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“Sanità pubblica se non la curi non ti cura”: con questo slogan la Cgil, partendo da Genova, promuove una mobilitazione regionale a sostegno della sanità pubblica. La prima manifestazione si terrà a Genova giovedì 15 giugno a partire dalle ore 10 davanti al pronto soccorso dell’Ospedale Galliera.
Le manifestazioni territoriali, che si terranno a La Spezia il 4 luglio, il 10 luglio a Imperia il 18 luglio a Savona, hanno per oggetto i gravi disagi subiti da cittadini e operatori nei pronto soccorso liguri: attese estenuanti per i pazienti, picchi di affluenza ingestibili che mettono in difficoltà gli operatori, situazioni di esasperazione che spesso sfociano in vere e proprie aggressioni verbali e fisiche nei confronti dei sanitari solo sono alcune delle criticità vissute nei pronto soccorso della Liguria.
La Cgil chiede un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni, la diminuzione delle liste d’attesa, più posti letto nei reparti e risorse per la diagnostica, più servizi e cure per anziani e non autosufficienti, più risorse nei fondi sanitari regionali e nazionali e un piano concreto di manutenzione per le strutture sanitarie. La Regione Liguria ha il dovere di affrontare questa emergenza con un intervento straordinario e mirato che non può attendere i tempi delle programmazioni del nuovo Piano Socio Sanitario. Occorre intervenire rapidamente per riportare la salute pubblica nell’alveo dell’art. 32 della Costituzione.
La mobilitazione ligure si colloca nell’ambito delle manifestazioni regionali in vista di quella nazionale prevista a Roma il prossimo 24 giugno a Roma che vedrà la Cgil impegnate a difesa della sanità pubblica insieme a molte altre associazioni.

Di seguito l’appello della manifestazione:

APPELLO
Art. 32 della Costituzione:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”

Questo appello intende rimettere la salute pubblica al centro delle priorità della politica e di provocare azioni volte alla sua tutela e al suo rilancio nell’ottica dell’interesse generale.
Il servizio sanitario nazionale, ispirato dai principi costituzionali nasce con la Legge n. 833/78 che ne circoscrive i contorni definendo l’accesso universale pubblico sostenuto dalla fiscalità generale.
Nel periodo della pandemia il servizio sanitario nazionale si è rivelato fondamentale per la gestione della crisi. Allo stesso tempo, l’emergenza covid ha messo in luce i danni al sistema provocati da anni di definanziamento. Ragionieristici pareggi di bilancio hanno prodotto il blocco delle assunzioni – che ha provocato lo stop del turnover -, riduzioni di posti letto e insufficienza dell’assistenza territoriale: sono solo alcune delle conseguenze provocate dalla mancanza di investimenti. Mentre il pubblico arretrava, il privato si espandeva e oggi abbiamo una proliferazione di strutture che operano in gran parte dell’ambito socio sanitario, nella diagnostica e addirittura con prestazioni individuali nei pronto soccorso. Si intende qui richiamare la tutela della salute pubblica in un sistema che deve rimanere interessato al diritto della persona, al benessere della comunità e lontano dai margini di profitto.
In Liguria tra le situazioni di maggior disagio per personale e cittadini vi è la realtà dei pronto soccorso. La mancanza di presa in carico delle malattie croniche, la carenza di medici di medicina generale, l’allungamento delle liste d’attesa, sono le principali motivazioni degli accessi impropri presso i pronto soccorso che scontano anche la mancanza di personale e strutture adeguate a ricevere i pazienti. Questa situazione provoca lunghi tempi di permanenza, disagio per i pazienti e per gli operatori, spesso anche situazioni di intolleranza che sfociano in vere e proprie violenze fisiche e verbali nei confronti del personale.
La Regione Liguria ha il dovere di affrontare questa emergenza con un intervento straordinario e mirato che non può attendere i tempi delle programmazioni del nuovo Piano Socio Sanitario. Occorre intervenire e presto per riportare la salute pubblica nell’alveo dell’art. 32 della Costituzione.
La Cgil chiede: un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni, la diminuzione delle liste d’attesa, più posti letto nei reparti e risorse per la diagnostica, più servizi e cure sul territorio per anziani, fragili e non autosufficienti, più risorse nei fondi sanitari regionali e nazionali e un piano di manutenzione per le strutture sanitarie.