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Venerdì 24 novembre 2023 si terrà per l’intera giornata o turno di lavoro lo sciopero nazionale proclamato da Cgil e Uil contro la legge di bilancio e a sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale. La manifestazione regionale si terrà a Genova con appuntamento alle ore 9.00 presso la Stazione Marittima dove si ritroveranno i partecipanti e dove è prevista la confluenza di oltre 13 pullman in arrivo dalle province. Ad intervenire nel comizio conclusivo saranno: Maurizio Calà, segretario generale Cgil Liguria e Vera Buonomo, segretaria nazionale Uil.

A scioperare per l’intera giornata saranno le lavoratrici e i lavoratori di tutti i settori privati; tra le motivazioni alla base della protesta i temi nazionali legati alla manovra del Governo e le conseguenze che i tagli avranno sulla Liguria.

Tra i primi punti l’emergenza sanità: la manovra non aggiunge risorse, le taglia. Con la manovra il Governo metterà un tetto alle assunzioni nel pubblico impiego in sanità mentre nessun limite è posto per le risorse che destinerà alla sanità privata. Con i tre miliardi promessi non si coprirà nemmeno l’inflazione. Una parte di questi andranno a coprire il rinnovo dei contratti in sanità e solo una piccola parte sarà destinata alle liste d’attesa.

Tutto questo avrà ripercussioni anche in Liguria dove invece serve un piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale ausiliario, a partire dalla Asl spezzina che è maglia nera in Liguria e servono fondi pubblici per la costruzione di nuovi ospedali come quello del Felettino e l’ospedale di Taggia, più volte annunciato ma mai partito. Inoltre, si tagliano soldi ai Comuni e, quindi, ai servizi sociali e si sottraggono risorse per 350 milioni per la disabilità.

Intanto, a Roma si fanno i condoni ai soliti noti e non si tassano gli extraprofitti, non si mettono risorse per aumentare gli sgravi fiscali a lavoratori e pensionati e nulla è presente per il rinnovo dei contratti pubblici per recuperare, almeno, l’inflazione reale. Sulle pensioni, dopo le promesse elettorali, l’esecutivo è riuscito a peggiorare la legge Fornero.

Su sicurezza e salute sul lavoro non ci sono investimenti: non sono previste assunzioni di ispettori e non sono potenziati gli organici degli enti preposti come Inps o Inail. La Liguria è fortemente toccata da questa tragedia continua: la nostra regione, infatti, è l’unica del nord ovest dove aumentano gli infortuni mortali sul lavoro: tra gennaio e settembre 2023 sono state 17 le vittime contro le 11 dello stesso periodo dell’anno precedente con una media di quasi 2 morti al mese e una variazione del +54,5%.

Anche rispetto alle politiche industriali la manovra è fortemente carente: il Governo stanzia una “mancia” di 190 milioni per i contratti di sviluppo e ben 780 milioni per la progettazione del Ponte sullo Stretto, per la realizzazione del quale servono ben 15 miliardi di euro ad oggi totalmente mancanti. Serve una nuova strategia che affronti le crisi vecchie e nuove, puntando sulla transizione energetica, occorre riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo. Ansaldo Energia, Piaggio, Acciaierie d’Italia sono solo alcune delle industrie di respiro nazionale che attendono risposte serie e concrete dal Governo senza le quali non solo si penalizza l’occupazione, ma il Paese rischia di essere tagliato completamente fuori dalle principali filiere produttive (acciaio, energia, ecc.).

La partecipazione allo sciopero riguarderà tutti i settori privati e alcuni settori pubblici che scioperano nel rispetto della legge 146. Di seguito i principali settori coinvolti dalla mobilitazione: acqua; carburanti; credito; distribuzione farmaci e logistica farmaceutica; elettricità; energia e petrolio; farmacie; gas; gas/acqua; istituti di vigilanza; metalmeccanici; pulizie e multiservizi; radio e tv; lavanderie industriali; telecomunicazioni; ristorazione, turismo, commercio; servizi; costruzioni; telecomunicazioni, teatri, Rai ed emittenza, editoria, cartiere, sport, cinema, ecc.

Cgil e Uil chiedono al Governo e alle Istituzioni territoriali di assumere provvedimenti, a partire da quelli in materia di lavoro (salari, contratti, precarietà) e di politiche industriali, sicurezza sul lavoro, fisco, previdenza e rivalutazione delle pensioni, istruzione e sanità, necessari a ridurre le diseguaglianze e a rilanciare la crescita.