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“Il testo approvato oggi in via definitiva, che modifica il Codice Rosso dando la possibilità al procuratore di revocare l’assegnazione di un fascicolo se la donna non viene udita entro i tre giorni successivi alla denuncia, è un provvedimento poco utile, che rischia di diventare dannoso”. È quanto dichiarano la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione e la responsabile delle Politiche di contrasto alla violenza e alle molestie di genere della Cgil nazionale Giorgia Fattinnanzi.

 

“Come Cgil, infatti, in sede di audizione sul Codice Rosso avevamo criticato questa modalità che costringe le donne a rivivere dopo così poche ore la sofferenza della narrazione dei fatti e della denuncia”, spiegano le dirigenti sindacali. “Già allora, inoltre, avevamo segnalato la scontata congestione delle procure che oggi ha portato a questa norma. Il rischio che diventi dannosa – sottolineano – nasce dal fatto che affidare il fascicolo ad un gip non specializzato sulla violenza di genere può produrre risposte non all’altezza della situazione. Più utile sarebbe stata, piuttosto, un’accelerazione del ddl violenza dei tre ministri, che rafforza la prevenzione quando ancora il comportamento di un uomo non è sfociato in azioni penalmente rilevanti”.

 

In generale, la Cgil “non ritiene che la violenza sulle donne si possa affrontare solo con un approccio penale, che considera il problema solo nel suo epilogo finale. Poiché non si tratta di emergenza ma di un fenomeno strutturale – concludono Ghiglione e Fattinnanzi – senza la dovuta formazione degli operatori della giustizia e senza un piano straordinario di formazione a partire dalle scuole, non sconfiggeremo mai un fenomeno culturale che nelle sue manifestazioni più acute porta agli stupri e all’omicidio, ma che vive ogni giorno di discriminazioni e marginalizzazioni che le donne affrontano”.