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L’emergenza coronavirus non ferma l’antifascismo. Anzi! Tutti uniti il 25 aprile per riaffermare con forza i valori della democrazia, della libertà e dell’uguaglianza e combattere insieme il Covid-19, guardando al futuro con speranza e coraggio. È l’auspicio dell’Anpi, che quest’anno ha pensato a una festa della Liberazione sui generis. Una piazza virtuale per stare uniti e riaffermare il nostro senso di comunità.

Dunque la Liberazione dal nazifascismo si festeggerà in ogni caso, anche se non possiamo manifestare per strada. Tutti al balcone, alle ore 15, per intonare Bella ciao, con le bandiere tricolore e quelle dell’Anpi e i fazzoletti dei partigiani. Uniti per festeggiare i valori della nostra Costituzione.

“Nel settantacinquesimo anniversario della Liberazione, abbiamo bisogno più che mai di celebrare la nostra libertà. Sappiamo che, una volta passata questa tempesta, saremo chiamati a ricostruire un mondo più giusto, più equo, più sostenibile”. È quanto si legge sul sito www.25aprile2020.it/ che l’Anpi ha messo on line per l’occasione. “Occorre porre fine a tutte le guerre fratricide per unirci tutti nell’unica lotta contro i tre nemici comuni: il virus, il riscaldamento del pianeta e le disuguaglianze socio-economiche. Stringiamoci intorno alle nostre comunità locali per ridare forza alla comunità nazionale e a quella planetaria”.

Cosa si può fare concretamente?

Intanto partecipare al flashmob il 25 aprile affacciandosi dalla finestra e cantando Bella ciao. Ma non solo. Si può firmare l’appello, a cui hanno già aderito 1300 protagonisti italiani della cultura, della società civile, dello spettacolo e dello sport. E poi si può fare una donazione: alla Caritas Italiana e alla Croce Rossa a cui l’Anpi chiede di utilizzare le risorse per fornire aiuto a quanti non hanno un tetto o un pasto garantito, anche attraverso la rete di realtà del volontariato che sono la prima linea dell’emergenza sociale sui territori.

Le celebrazioni avranno inizio dalla mattina, sulle piattaforme social di tutti i soggetti che hanno aderito finora, tra cui il Sindacato Pensionati della Cgil, insieme alla Cgil tutta, Cisl, Arci, Le Sardine, il Pd, e ancora: Confederazione italiana tra le Associazioni combattentistiche e partigiane, Unione degli Universitari, Rete degli studenti medi, Rete della Conoscenza, Istituto nazionale Ferruccio Parri, Comune di Firenze, ANPPIA, Articolo UNO, ANED, FIAP, Articolo 21, Rete #NOBAVAGLIO, Libertà e Giustizia. E lista è destinata ad allungarsi in questi giorni che precedono la ricorrenza.

A spiegarci come si svolgerà l’evento è Andrea Liparoto, addetto stampa dell’Associazione nazionale partigiani. “Alle 14.30 iniziamo su Repubblica.it con una mini maratona inaugurata dal saluto della presidente dell’Anpi Carla Nespolo (che LiberEtà ha intervistato proprio sul numero di aprile). A seguire, il contributo della partigiana Marisa Rodano. E poi Gad Lerner lancerà il flashmob delle ore 15”. Poi verranno mandati in onda video e immagini d’archivio e anche alcune delle interviste ai partigiani viventi che l’Anpi, con il contributo del sindacato dei pensionati della Cgil, ha realizzato negli ultimi mesi con il coordinamento di Gad Lerner e Laura Gnocchi. Si tratta del primo archivio nazionale delle video-testimonianze delle partigiane e dei partigiani viventi pensato per dare forma a un memoriale vivo e condiviso, e al tempo stesso per fornire un’importante documentazione ai ricercatori e un moderno strumento di conoscenza storica e democratica alle nuove generazioni. Dunque, non un monumento celebrativo, ma una grande operazione culturale per rinnovare la consapevolezza di quanto sia stata importante, e lo sia ancora, la Resistenza per la storia del nostro paese.

E in occasione del 25 aprile uscirà anche il libro a cura di Gad Lerner e Laura Gnocchi intitolato proprio “Noi partigiani”, edito da Feltrinelli, con la prefazione di Carla Nespolo. Si tratta di una selezione trascritta di alcune delle video-interviste che andranno a comporre l’archivio. “Il progetto è molto ambizioso e siamo solo all’inizio, c’è ancora molto lavoro da fare”, ci spiega Liparoto. “La raccolta delle testimonianze andrà avanti anche per tutto il prossimo anno”.

Da LiberEtà 20 aprile 2020