Dallo scorso mese di maggio è attivo in Camera del Lavoro di Genova il
Coordinamento disoccupati. L’idea è nata da diverse esigenze: la prima è
quella di migliorare l’intervento del sindacato a sostegno dei bisogni
individuali. Anche durante la pandemia l’attività sindacale infatti non
si è fermata ed anzi, proprio in questo lungo periodo di distanziamento,
è cresciuto il numero di lavoratrici, lavoratori e cittadini che si sono
rivolti agli sportelli Cgil per informazioni ed assistenza. In questo
contesto si è vissuta una sorta di sospensione durante la quale in
pochissimi sono riusciti a trovare una occupazione e si sono
moltiplicati gli sfiduciati che hanno abbandonato ogni tipo di speranza.
Del resto i dati parlano chiaro: nel corso di questi anni il Servizio
Orientamento al Lavoro Cgil ha ricevuto oltre 4 mila utenti, di cui il
95 per cento aveva la necessità di essere aiutato nella ricerca di
occupazione. Solo in questi primi mesi dell’anno il Servizio ha accolto,
direttamente o in videoconferenza circa 300 persone, per la quasi
totalità disoccupate di lungo corso. Da questo flusso ininterrotto di
richieste di aiuto è nata l’idea di strutturare al meglio l’attività
rivendicativa del sindacato ed ecco perché è nata l’idea di costituire
un Coordinamento disoccupati che desse voce e rappresentanza a chi è in
questa condizione. Fondamentale è aprire una interlocuzione con il
Comune di Genova. Sono molte infatti le proposte sindacali tra cui la
richiesta di un miglior utilizzo delle risorse pubbliche che per la Cgil
devono finanziare progetti che portino realmente alla persona che vi
accede una possibilità lavorativa. Negli ultimi anni sono stati
finanziati diversi progetti per incrementare l’auto imprenditorialità
(femminile, giovanile ecc.), ma pochi finalizzati a coprire i reali
fabbisogni occupazionali. E poi le politiche formative quasi sempre
vincolate a requisiti altamente limitanti per la maggioranza dei
disoccupati di lunga durata (esempio età massima richiesta 29 anni,
titolo di studio minimo diploma). Questi vincoli per l’accesso alla
formazione non tengono evidentemente in considerazione la composizione
della disoccupazione locale. E poi ci possono essere interventi mirati
come la gratuità del trasporto pubblico locale ai disoccupati senza
sostegno al reddito che spesso a causa delle difficoltà economiche
vivono in quartieri periferici. Al momento, chi vive in stato di
disoccupazione non ha diritto, anche con Isee pari allo zero, alla
richiesta di abbonamento agevolato, a meno che non si abbia nello stesso
momento un altro requisito (essere percettore di Naspi, essere seguito
dai servizi sociali, avere un’invalidità, essere lavoratore a basso
reddito, avere un’età inferiore ai 26 anni, essere pensionato). A Genova
la disoccupazione giovanile è da molto tempo superiore alla media
italiana passando in otto anni dal 21 al 36 per cento. Ciò contribuisce
a rendere la nostra regione quella con gli indicatori di povertà e di
esclusione sociale più alti tra le regioni del Nord Italia. Il 30% dei
disoccupati risultano inattivi quindi non più alla ricerca di lavoro,
scoraggiati dalla mancanza di offerte anche formative. Ecco perché la
Cgil da voce a chi, disoccupato o inoccupato, si rivolge al sindacato
come punto di riferimento, rappresentanza, orientamento ed aiuto.
Elena Bruzzese è Segretaria Camera del Lavoro Metropolitana di Genova