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Lavoro ed equità sociale di Aurelia Buzzo

Il mese di agosto volge al termine. Un mese dominato dalla discussione sull’obbligo o meno del green pass, rispetto alla quale non è stato semplice far comprendere in maniera forte e chiara la posizione della Cgil: sì ai vaccini, sì all’assunzione di responsabilità da parte del governo sul tema dell’obbligatorietà nei luoghi di lavoro. Al di là della spinosità del tema, abbiamo fatto di tutto per tenere alta l’attenzione anche su altri problemi che ci troveremo ad affrontare con la ripresa post feriale. Uno su tutti, il mancato rifinanziamento da parte del governo Draghi del fondo per indennità covid: la quarantena, con effetto retroattivo da gennaio scorso, non è più considerata malattia e migliaia di lavoratrici e di lavoratori non riceveranno alcuna indennità. E’ lecito temere il peggio da questa scelta scellerata: nel migliore dei casi si dovranno utilizzare le ferie spettanti, nel peggiore dei casi non si denuncerà il contatto con il positivo al covid per non rinunciare ad una fetta di retribuzione. Una vera e propria bomba sociale, non solo per gli effetti economici ma anche per quelli sanitari. Per chi sta dalla parte dei lavoratori e dei più deboli sembra quasi un paradosso che queste questioni siano al centro della politica contemporaneamente alla discussione sull’impiego dei finanziamenti per l’attuazione del PNRR. Che siano sempre le categorie più fragili a pagare il prezzo più alto, anche mentre sta arrivando una montagna di finanziamenti? Tutto ciò ci rende ancor più consapevoli di quanto saranno importanti le scelte che, sul nostro territorio, si assumeranno nei prossimi mesi: quali progetti finanziare con le immense risorse del Recovery, quale idea di città costituirà la base per le scelte dei prossimi anni. Per questo abbiamo già avviato nei mesi scorsi un confronto con il sindaco Marco Bucci e la Giunta comunale. Il nostro intento non è quello di sostituirci alla politica, ma quello di esercitare fino in fondo il nostro ruolo su scelte che segneranno il futuro della nostra città e delle prossime generazioni. Ad ognuno il proprio lavoro. Il sindacato, in questo scenario, deve avere un ruolo di spicco per rivendicare due temi essenziali: sicurezza e lavoro. Se il tema della sicurezza ha certamente un impatto immediato, vista la moltitudine di cantieri che già si stanno aprendo sul territorio per le varie opere infrastrutturali, anche quello della creazione di lavoro stabile e duraturo si gioca fin da subito. Come Camera del Lavoro di Genova abbiamo detto chiaramente che le grandi opere non possono limitarsi a creare posti di lavoro temporanei nel settore dell’edilizia, ma devono costituire il motore propulsivo per il rilancio della nostra città. Questo si realizza solo grazie al mantenimento e la creazione di nuova occupazione. I genovesi hanno bisogno di soluzioni definitive per realtà del comparto industriale quali Acciaierie d’Italia, Leonardo Automazione e Piaggio; il rilancio della Valpolcevera non solo come corridoio logistico Porto/Terzo Valico per le merci, ma come insediamento di nuove aziende manifatturiere; un’offerta sanitaria all’avanguardia ed all’altezza delle nuove esigenze, non solo attraverso la realizzazione delle opere infrastrutturali (il nuovo Ospedale di Ponente ed i progetti di rinnovamento di Galliera e Gaslini), ma grazie all’assunzione di personale qualificato.  Stiamo chiedendo interventi sulla viabilità ed il potenziamento dei servizi che, oltre a facilitare la vita ai genovesi, siano volano per un rilancio turistico del territorio. “Fare sindacato”, per noi, non significa occuparsi di lavoro e basta; significa cercare, ogni giorno, di creare una società più equa. Sappiamo tutti quanto le politiche delle amministrazioni locali incidano sull’esigibilità dei diritti del lavoro, sociali e di cittadinanza, sulla crescita e sulla qualità dello sviluppo del territorio, sulle condizioni di reddito delle persone. Per questo chiediamo alle istituzioni locali un confronto costante e fattivo, all’interno del quale la contrattazione sociale diventi anch’essa strumento per ripensare la città. Ci attende un periodo complicato, in cui il confronto non sarà sempre lineare e le scelte non saranno mai facili. Ma dobbiamo affrontarlo con la consapevolezza dell’unicità dell’occasione di cambiare il futuro di Genova, rimettendo al centro ambiente, infrastrutture, sviluppo sostenibile e, soprattutto, il lavoro.

Aurelia Buzzo  Segretaria Camera del Lavoro Metropolitana di Genova