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Voucher: buoni per oscurare lavoro e tutele

Presentato il dossier Inca
Pagano di più, ma non hanno alcuna tutela previdenziale o assistenziale: per ogni voucher riscosso, il lavoratore versa un’aliquota contributiva pari al 25 per cento, ma la pensione vale molto meno. E’ quanto emerge dal dossier Inca sui voucher presentato a Roma, questa mattina, a sostegno della campagna referendaria promossa dalla Cgil che è tornata a chiedere al Governo di fissare al più presto la data della consultazione.

Le pensioni
Secondo lo studio, realizzato dagli esperti previdenziali del patronato, a parità di condizioni reddituali, stante l’attuale normativa, che impone un tetto massimo annuo di utilizzo dei ticket di 7.000 euro (pari a 9.333 euro lordi di reddito), a 70 anni il percettore di voucher potrà contare su un assegno mensile di 208,35 euro, quasi la metà di quello del titolare di partita Iva (402,52 euro), più distante dall’importo che percepirà il collaboratore (526,15 euro) e dalla pensione del lavoratore a Part time (528,89 euro). Se poi il dato del percettore di voucher viene raffrontato con quello degli agricoli, la differenza diventa rilevantissima: l’agricolo avrà una pensione di 1.019,98 euro, con una distanza rispetto al voucherista pari a 811,63 euro mensili.
Gli ultimi tra gli ultimi, sfortunato tra gli sfortunati, come li definisce l’Inca nel dossier, i voucheristi partono svantaggiati sotto tutti i punti di vista. Dati i vincoli normativi, per ogni anno di lavoro pagato con i voucher, riescono ad accantonare soltanto 7 mesi di contribuzione effettiva, presso la gestione separata dell’Inps; il che produce un effetto inevitabile a cascata, che condividono insieme solo con i titolari di partita Iva, per i quali però l’assegno pensionistico finale risulta comunque più alto (526,15 euro).
Requisiti contributivi
Quindi, per maturare 20 anni di contribuzione, requisito minimo per la pensione di vecchiaia,  ne dovranno lavorare quasi 35. Se poi i lavoratori pagati con voucher volessero per assurdo raggiungere il requisito per la pensione anticipata (pari a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini per il 2017), il risultato è a dir poco umanamente impossibile: dovrebbero lavorare oltre 73 anni, se donna o 74, se uomo, e  rincorrere (inutilmente, potremmo aggiungere), al pari degli altri l’indice della speranza di vita, cui è legato l’adeguamento progressivo dell’anzianità contributiva. Una situazione tanto paradossale, quanto drammaticamente impossibile da raggiungere.  A ciò si aggiunga che non sono tutelati in caso di malattia e non hanno diritto ad alcun sostegno al reddito quando non lavorano.

Infortuni sul lavoro
Per quanto riguarda gli infortuni e le malattie professionali, formalmente il lavoratore pagato con voucher è coperto da tali rischi. Perciò, ad ogni evento scatta l’assicurazione Inail che gli garantisce 32,38 euro dal 4° al 90° giorno di assenza dal lavoro e di 40,48 euro, dal 91° giorno fino alla guarigione. Importi che vengono calcolati sulla base di minimali retributivi convenzionali. Stante così le cose, il voucherista può dirsi quasi “fortunato”, perché quando si fa male a causa del lavoro, paradossalmente, riceverebbe più di quanto guadagna in un anno, considerando che il reddito pro capite medio è di circa 450 euro netti (60 voucher), pari a 50 euro mensili e a 2,27 euro al giorno.
Ma così non è. Di fatto, le imprese non denunciano gli infortuni  e corrono ai ripari, come fosse una sorta di “bancomat”, solo quando l’incidente è grave e, dunque, non camuffabile con una semplice malattia (per la quale non c’è tutela alcuna). Una “cattiva pratica”,  già ampiamente sedimentata tra molte aziende, che però nella specificità dei percettori di voucher è una “regola generale”, in mancanza di qualsiasi vincolo contrattuale.
Sul piano dei dati statistici, nonostante la scarsa incidenza del fenomeno degli infortuni sul lavoro, che investe i percettori di voucher, va segnalato comunque che solo un anno fa, nell’aprile 2016, l’Inail ha lanciato un allarme sottolineando come quasi sempre il pagamento del voucher coincida, con il giorno della denuncia di infortunio da parte dell’impresa e non è preceduto da alcun tipo di rapporto di lavoro. Il meccanismo è semplice: il lavoratore in nero si fa male gravemente. L’azienda è costretta a tirar fuori dal cassetto il ticket di 10 euro per la copertura assicurativa, precedentemente acquistato e non utilizzato, e dimostra, in questo modo, di essere in regola con la legge.
Un prezzo minimo da pagare, per il massimo guadagno. Il datore di lavoro non deve rispettare alcun vincolo; né dimostrare la sussistenza di un rapporto di lavoro diverso, visto che è solo “occasionale”,  potendo in questo modo continuare all’infinito a utilizzare manodopera in “nero”, senza rischi. E se arriva qualche visita indesiderata di ispettori o carabinieri, ripete la stessa sceneggiata. A tal proposito, si consideri anche che nell’attività ispettiva dell’Istituto svolta nel 2016 su 20.876 aziende, sono stati “scovati” 5.007 lavoratori totalmente in nero, per lo più nei settori terziario (3.151) e nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.220), dove, non a caso, si concentra il maggior utilizzo dei voucher e dove è stato rilevato oltre l’80 per cento delle denunce di infortunio.
L’Inail stesso, nel corso di una audizione presso la Commissione Lavoro della Camera (7 febbraio), ha segnalato un preoccupante aumento degli eventi infortunistici, che investe i percettori di voucher:  tra il 2012 e 2015 sono passate da 422 a 1.701; una crescita marcata e in controtendenza, ha sottolineato l’Istituto, considerando “l’andamento decrescente degli infortuni, nello stesso periodo, registrato per il complesso delle categorie di lavoratori, pari a -14,6%”. Il che fa suppore come l’andamento delle denunce abbia accompagnato l’estensione senza limiti dell’utilizzo dei voucher e come il fenomeno infortunistico sia ancora in larga parte un terreno inesplorato, che sfugge più facilmente alle statistiche ufficiali.
Analogo ragionamento vale se si prendono in considerazione i dati relativi ai decessi sul lavoro: nel periodo 2012-2015 sono deceduti 23 lavoratori, con una media di 6 persone ogni anno; due nel 2013, sei nel 2014, quindici, nel 2015. Il maggior numero di morti (11 in tutto) è stato rilevato, in particolare, nel 2014.  Tra questi, spicca il fatto che 16 decessi hanno riguardato lavoratori impiegati nel settore industria e servizi e 6 in agricoltura.
Per quanto riguarda il 2016, l’andamento crescente non è smentito: anche se si tratta di dati ancora provvisori (rilevati al 31 dicembre 2016 e, quindi, non ancora consolidati), l’Inail indica comunque una tendenza ad un incremento sia per le denunce in complesso (1.817 casi) sia per gli eventi mortali (7 decessi).


Malattie professionali

Se per gli incidenti sul lavoro, l’andazzo è questo, per le malattie professionali il dossier Inca parla addirittura di totale inesistenza, considerando il gran numero di datori di lavoro in capo a ciascun voucherista. In questo caso, le possibilità di un riconoscimento da parte di Inail sono pari a zero. Il lavoratore per una qualsiasi patologia correlata al lavoro, prestando la sua opera in diverse aziende, non ha nessuna possibilità che gli venga riconosciuta. L’anamnesi lavorativa,  necessaria per ricostruire le cause della malattia, si rivela un percorso impossibile da seguire perché “l’occasionalità” della prestazione cancella ogni traccia del suo passato.
L’obolo  all’Inps per la gestione del servizio
Tornando ancora per un momento agli oneri contributivi previdenziali e assicurativi obbligatori, imposti per legge sui voucher – pari a 2,5 euro sui 10 nominali – il dossier segnala ancora i 50 centesimi, che ogni lavoratore, pagato con i ticket, deve versare all’Inps per la gestione del servizio reso dall’Istituto. Considerando il numero complessivo delle vendite 2016, pari a 133.800.000 di “buoni”,  l’Inps ha incassato quasi 67 milioni di euro per questa voce. “Cosa effettivamente paghi il percettore di voucher non è dato sapere – si legge nel dossier -, visto che la cosiddetta quota di servizio non è prevista, almeno al momento, per nessun’altra prestazione previdenziale. Forse la stampa del buono lavoro? Troppo caro gli costa”.

Disposizioni Inail su reinserimento e integrazione lavorativa persone disabili

Nei giorni scorsi l’INAIL Regionale della Liguria ci ha illustrato il Regolamento n. 258/2016 emanato dall’Istituto che si collega all’art.1, comma 166, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 ove è previsto che “sono attribuite all’INAIL le competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro, da realizzare con progetti personalizzati mirati alla conservazione del posto di lavoro o alla ricerca di nuova occupazione, con interventi formativi di riqualificazione professionale, con progetti per il superamento e per l’abbattimento delle barriere architettoniche sui luoghi di lavoro, con interventi di adeguamento e di adattamento delle postazioni di lavoro.
In pratica l’Inail finanzia, per ora, solo interventi mirati alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore che, a seguito di infortunio sul lavoro o malattia professionale, ha subito un danno alla salute che ne ha compromesso la capacità lavorativa ed evitare licenziamenti per inidonieità.
Le misure previste si articolano in abbattimento di barriere architettoniche, adeguamento delle postazioni di lavoro, attività formative e interventi personalizzati, ed è richiesta a tal fine la partecipazione attiva del datore di lavoro che è tenuto a garantire la conservazione del posto di lavoro e a elaborare il piano esecutivo del progetto che sarà finanziato dall’Inail, oltre che la disponibilità del lavoratore interessato.
Alla luce di una serie di sentenze della Suprema Corte che riducono gli obblighi e le responsabilità del datore di lavoro nel riorganizzare o creare ex novo posti di lavoro dedicati a lavoratori svantaggiati, solo ed esclusivamente per disabilità determinata da lavoro e in quella specifica azienda, si ritiene questo regolamento strumento particolarmente importante e utile nella trattativa per il loro rientro in azienda dopo il periodo di astensione dal lavoro per l’inabilità temporanea.
Il finanziamento, in gran parte a fondo perduto, dovrebbe permettere spazio a trattative dedicate.
Si ritiene importante sviluppare una adeguata forma sinergica di collaborazione fra le Categorie, il Patronato Inca e chi si occupa di sicurezza sul lavoro.
L’INAIL ci chiede di segnalare casi che possono essere meritevoli di essere presi in considerazione, in tal caso l’Istituto provvederà a contattare il datore di lavoro per valutarne la disponibilità.
Precisiamo che i casi devono riguardare recenti casi di infortunio sul lavoro o malattia professionale con la disponibilità del datore di lavoro e del lavoratore a rimanere in azienda ove l’evento è avvenuto.
Come Patronato Inca e Sportello Sicurezza siamo a disposizione di chi necessita di ulteriori informazioni in merito.

Ivana Olivieri Aris Capra
Inca Liguria Sportello Sicurezza CDLM Genova

Nodo ferroviario

COMUNICATO STAMPA
NODO FERROVIARIO DI GENOVA: NON FINISCA SU UN BINARIO MORTO
A RISCHIO OCCUPAZIONE E SVILUPPO
Genova, 25 novembre 2016. Genova e la Liguria non possono permettersi di perdere altri 100 lavoratori. E’ di ieri la notizia che, dopo tre mesi di cassa integrazione, i 100 lavoratori del consorzio Fergen, consorzio tra CMB, UNIECO e CLF saranno licenziati. La stazione appaltante Italferr ha rescisso il contratto con il consorzio per potenziare l’infrastrutturazione ferroviaria cittadina. Alla base di tutto ciò le difficoltà finanziarie del consorzio, il problema dello smarino ed il ricorrente tema del ribasso. Il paradosso è che l’opera è finanziata per intero ovvero per 300 milioni di euro e lo stato di avanzamento lavori non raggiunge il 40 per cento. Insieme al dramma di tante famiglie che rischiano di perdere il loro sostentamento, una città carente di infrastrutture ferroviarie a favore di merci e persone. Fillea Cgil Filca Cisl Feneal Uil chiedono che il nodo ferroviario di Genova non sia la 839 esima opera incompiuta del nostro Paese. Un’opera nevralgica per il territorio  finanziata integralmente che deve necessariamente proseguire. Cos’è il Nodo ferroviario? Il Nodo di Genova – potenziamento infrastrutturale Genova Voltri – Genova Brignole è un importante progetto strategico del Piano di Priorità degli investimenti di RFI per la realizzazione dei nodi urbani ed eliminazione dei “colli di bottiglia”. L’opera è fondamentale per separare i flussi di traffico passeggeri a lunga percorrenza e merci da quello metropolitano regionale tra Voltri e Brignole. (Nel merito tra gli interventi previsti: quadruplicamento dei binari tra Genova Voltri e Genova Sampierdarena, sestuplicamento dei binari tra Genova Principe e Genova Brignole, riassetto degli impianti di stazione di Genova Voltri, Genova Sampierdarena, Genova Brignole con ottimizzazione dell’interscambio con la metropolitana comunale e risistemazione dei servizi nell’area di Terralba, ammodernamento degli impianti di sicurezza e controllo). L’intervento fu approvato dal CIPE per un importo totale di 622,4 milioni di euro suddivisi in 4 lotti. L’inizio lavori era gennaio 2010, la fine era programmata ad aprile 2016. La gara conseguente fu bandita da ITALFERR, aggiudicata il 16 dicembre 2009 dal CONSORZIO EURECA (CMB, UNIECO, CLF) per un importo di euro 272.871.948,08 al netto del ribasso di gara pari a 25,777%. Una gara concepita quindi ante Nuovo Codice degli Appalti che ha evidenziato tutte le criticità di quel sistema: dal ribasso insostenibile alla problematiche delle riserve e varianti. La stazione appaltante nei giorni scorsi ha rescisso il contratto con l’appaltatore, motivo per cui il Consorzio Eureca intende licenziare i 100 lavoratori attualmente occupati.
L’opera deve proseguire garantendo l’impiego di tutti i lavoratori attualmente impiegati presso le imprese che subentreranno a partire dalla seconda in graduatoria della gara. A questo scopo e per quanto esposto sopra, Fillea Cgil Filca Cisl Feneal Uil di Genova hanno chiesto un intervento urgente con le istituzioni.

Fillea Cgil – Filca Cisl – Feneal Uil Genova

Tutela delle lavoratrici autonome Tre mesi di astensione dal lavoro per vittime di violenza

Tutela delle lavoratrici autonome
Tre mesi di astensione dal lavoro per vittime di violenza

Dal prossimo anno, le lavoratrici autonome vittime di violenza di genere avranno diritto all’astensione dal lavoro nella misura massima di tre mesi con diritto a percepire una indennità giornaliera dell’80% del salario minimo. Lo prevede un emendamento alla manovra approvato ieri in commissione Bilancio alla Camera, che amplia la norma contenuta nel jobs act, secondo la quale le lavoratrici dipendenti del pubblico e del privato che hanno subito violenza e sono inserite in percorsi di protezione hanno diritto ad astenersi dal lavoro per un periodo di tre mesi, interamente retribuito. Il costo della misura, pari a 1,4 milioni di euro, viene coperto con le risorse del Fondo per le esigenze indifferibili.

Per info www.inca.it

Venerdì 28 ottobre 2016: sciopero con manifestazione dei dipendenti settore Energia e Petrolio

piattaforma in mare

COMUNICATO STAMPA

Genova, 27 ottobre 2016. Rotte le trattative sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro per i dipendenti dei settori energia e petrolio. Dopo oltre nove mesi di difficili e complessi confronti, Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno rotto le trattative per il rinnovo del contratto nazionale 2016-2018 (interessati oltre 35 mila dipendenti in aziende come Eni, Snam, Saipem, Shell, Esso, Total, Fina, Erg, ecc.), scaduto il 31 dicembre 2015.
La protesta si rende necessaria in quanto Confindustria Energia non ha riconosciuto un incremento salariale adeguato al recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni proponendo un aumento di 65 euro per il triennio 2016-2018, praticamente la metà della richiesta avanzata in piattaforma.
Ma questo non è l’unico nodo della vertenza: in ballo c’è anche il mancato rispetto di impegni presi nel precedente rinnovo contrattuale, la contrazione dei diritti dei lavoratori, in particolare sui turnisti, il silenzio assoluto sulla richiesta del sindacato di incremento delle quote aziendali destinate al “welfare” integrativo.
A sostegno della vertenza si terranno 8 ore di sciopero venerdì 28 ottobre durante il quale a Genova è previsto un corteo a partire dalle ore 9,30 in Piazza della Vittoria in prossimità dell’Arco, per concludersi in Via San Vincenzo sotto la sede di Confindustria.

Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil Genova

Caso Iren

COMUNICATO STAMPA
4 ANNI DI LAVORO PER 250 EDILI GENOVESI

 

Genova, 4 ottobre 2016. Buone notizie dal fronte sindacale dove è finalmente terminata in modo positivo la lunga vertenza portata avanti dai sindacati degli edili nei confronti del Comune di Genova e di Iren. I genovesi certamente ricorderanno le manifestazioni cittadine degli edili dei settori manutenzione e pronto intervento di acqua, gas e fognature a tutela dell’occupazione. Anni di proteste, di contestazione sui bandi, di denuncia sul rischio di infiltrazioni malavitose, di poca trasparenza nei sub appalti e di incertezza nell’applicazione del contratto nazionale di lavoro. Tutti argomenti trattati e affrontati innumerevoli volte sia con l’amministrazione che con Iren. Oggi finalmente un primo grande risultato della trattativa con le imprese aggiudicatarie della gara Iren relativa ai maxi lotti gas e acqua: quattro anni di lavori per oltre 250 operai ed impiegati edili che fanno riferimento ad imprese storiche del tessuto produttivo locale. Un sospiro di sollievo per i tanti padri di famiglia che si sono visti costretti in più di una occasione a dover manifestare pubblicamente la loro rabbia per un sistema che pareva sordo alla loro necessità di lavorare. Oggi è arrivato il risultato, importante e fortemente voluto dalle Organizzazioni sindacali, e comunque conseguito grazie alla interlocuzione ed al senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Una vera boccata di ossigeno per la città in un contesto in cui il settore delle costruzioni, anche a livello locale, registra una situazione di sofferenza in termini occupazionali. Il punto di maggior interesse dell’intesa è rappresentato dal fatto che le imprese assumeranno tutti i lavoratori attualmente in forza nonché gli ex lavoratori dipendenti dalla Cooperativa Coget, licenziati ingiustamente, ed ancora oggi in cerca di lavoro. E si tratta di un punto qualificante non solo per i lavoratori ma anche per il comparto edile dell’acqua e del gas dove da decenni operano aziende storiche che impiegano manodopera locale altamente specializzata e che – a conferma di un importante punto sindacale a salvaguardia del buon lavoro e delle aziende virtuose – trovano nell’applicazione del contratto collettivo nazionale dell’edilizia elementi di garanzia e di regole per impresa e lavoratore. Ecco perché Fillea Filca e Feneal esprimono soddisfazione per il conseguimento di questo importante risultato che, ci si augura, segni l’inizio di buone e proficue relazioni sindacali.

Fabio Marante Andrea Tafaria Roberto Botto
Fillea Cgil Filca Cisl Feneal Uil Genova

Presentazione de “Il sindacato nella città ferita. Storia della Camera del Lavoro di Genova negli anni Sessanta e Settanta”

Il sindacato nella città ferita
Il sindacato nella città ferita

COMUNICATO STAMPA

NELL’AMBITO DEI 120 ANNI

DELLA CAMERA DEL LAVORO DI GENOVA

(1986 – 2016)

Presentazione del volume

“IL SINDACATO NELLA CITTA’ FERITA. STORIA DELLA CAMERA DEL LAVORO DI GENOVA NEGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA”

DI FABRIZIO LORETO

GIOVEDÌ 30 GIUGNO 2016 ORE 17

SALA DEL MAGGIOR CONSIGLIO

PALAZZO DUCALE – GENOVA

Genova, 16 giugno 2016. Giovedì 30 giugno alle ore 17 presso il salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, nell’ambito del 120esimo anniversario della Costituzione della Camera del Lavoro di Genova (1896 – 2016), si terrà la presentazione del volume di Fabrizio Loreto “Il sindacato nella città ferita. Storia della Camera del Lavoro di Genova negli anni Sessanta e Settanta”, Ediesse edizioni.

Il libro ricostruisce la storia della Camera del lavoro di Genova dal 30 giugno 1960, giorno dello sciopero generale cittadino proclamato contro l’imminente congresso nazionale del Msi, al 24 gennaio 1979, giorno del barbaro assassinio di Guido Rossa, delegato della Fiom-Cgil nella fabbrica Italsider di Cornigliano, da parte delle Brigate rosse. Gli anni sessanta e settanta hanno rappresentato un ventennio cruciale per le sorti del capoluogo ligure. Attraverso una mole notevole di fonti a stampa e documenti inediti, provenienti per lo più dai fondi della Camera del lavoro e della Fiom di Genova, custoditi presso l’Archivio storico del Comune, il volume ripercorre le complesse vicende della Cgil locale, dalla ripresa operaia degli anni sessanta alla parabola decrescente degli anni settanta, passando attraverso lo straordinario ciclo di conflittualità sociale del 1968-1973.

Gli avvenimenti sindacali vengono intrecciati alle diverse fasi economiche (il boom, la successiva congiuntura negativa, la deindustrializzazione e terziarizzazione del sistema produttivo) e alle differenti stagioni politiche (la crisi del centrismo, la parabola del centrosinistra, l’affermazione delle «giunte rosse»), con molteplici riferimenti anche ai mutamenti sociali e culturali che rendono particolarmente interessante il contesto genovese: un «caso di studio» certamente segnato dalle gravi difficoltà connesse al declino dell’industria pubblica, ma anche, o forse proprio per questo, capace di anticipare molti fenomeni italiani, e di spiegarli.

Dopo i saluti di Ivano Bosco Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova e Massimo Bisca Presidente Anpi Genova, seguiranno gli interventi di Fabrizio Loreto e Paride Rugafiori Università di Torino, Marco Doria Sindaco di Genova. Le conclusioni sono affidate a Susanna Camusso Segretaria Generale Cgil. In allegato il programma della giornata.

Clicca qui per il programma della giornata

 

Stato di agitazione delle Lavanderie Industriali: assemblee sul territorio lunedì 13 giugno 2016

FEMCA CISL – FILCTEM CGIL – UILTEC UIL

COMUNICATO STAMPA

STATO DI AGITAZIONE DELLE LAVANDERIE INDUSTRIALI: PRECIPITA LA TRATTATIVA PER IL RINNOVO DEL CCNL ASSOSISTEMA PER IL PEGGIORAMENTO DELLE NORME CONTRATTUALI  E L’INASPRIMENTO DELLE PROCEDURE DISCIPLINARI.

ASSEMBLEE SUL TERRITORIO LUNEDI 13 GIUGNO 2016

Genova, 9 giugno 2016 – Dopo undici mesi di trattativa si è determinata la rottura del tavolo negoziale con Assosistema per le Lavanderie industriali. Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil hanno proclamato lo stato di agitazione del comparto con il blocco delle flessibilità contrattuali e del lavoro straordinario e, quindi, con l’organizzazione di una diffusa campagna di assemblee informative.  Lunedì 13 giugno si svolgeranno sul territorio genovese le prime due assemblee che si terranno presso la Lavanderia Val di Vara di Campo Ligure e la Lavanderia Servizi Italia Bolzaneto. Presiederà l’assemblea il segretario nazionale Uiltec Uil, Riccardo Marcelli.

A rendere impossibile il buon esito del confronto, il permanere delle posizioni da parte imprenditoriale come il peggioramento di: tutela contrattuale della malattia, riduzione del periodo di conservazione del posto di lavoro e la parte economica. Inoltre è previsto da parte datoriale il peggioramento delle procedure e delle cause che determinano i provvedimenti disciplinari, delle norme per il licenziamento, l’aumento dei periodo di recidività dei provvedimenti, da 4 a 24 mesi, la modifica quantitativa dei periodi di sospensione cautelare da 5 gg. a 15gg, la richiesta di innalzamento delle percentuali, previste dalla Legge, per i contratti a termine e per i contratti in somministrazione, il peggioramento della normativa di riferimento. Inoltre: l’inasprimento delle clausole contrattuali relative al Part-time, il recepimento Jobs Act, la riduzione del ruolo negoziale delle parti; la modifica dell’elemento perequativo a scapito della contrattazione aziendale; la maturazione graduale delle ROL (riduzione dell’orario di lavoro) per i nuovi assunti ; la proposta economica di sessanta euro con l’allungamento del contratto a quattro anni; una serie di altre proposte ancora peggiorative delle attuali normative contrattuali (Flessibilità, orario di lavoro).

Le OO.SS hanno respinto nel merito le richieste di Assosistema ed hanno invitato la Delegazione imprenditoriale a modificare la loro impostazione nella trattativa. Assosistema ha riproposto con la stessa impostazione, ritenendo, le loro proposte, necessarie per il rinnovo del Contratto nazionale. In assenza di positive evoluzioni, la Delegazione trattante è convocata il 27 giugno a Roma per valutare e decidere il proseguo delle iniziative di lotta per contrastare le rigide posizioni che impediscono il rinnovo del contratto.

Le Segreterie territoriali

FILCTEM CGIL FEMCA CISL UILTEC UIL

Iplom, un protocollo per la sicurezza: buone prassi per proseguire le attività aziendali in sicurezza e garantire i livelli occupazionali.

Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil

Nota stampa

Iplom, un protocollo per la sicurezza: buone prassi per proseguire le attività aziendali in sicurezza e garantire i livelli occupazionali.

 

Genova 9 giugno 2016 – A seguito dell’incidente avvenuto lo scorso 17 aprile 2016 all’oleodotto di Iplom, nella giornata di oggi è stato firmato un protocollo d’intesa per la sicurezza e la sostenibilità delle attività aziendali.

Presenti all’incontro: Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, la R.s.u e la dirigenza aziendale.

Le parti concordano sulla necessità di porre al centro del problema i temi della sicurezza e di compatibilità ambientale che si intrecciano, inevitabilmente, con le ragioni del lavoro e quindi della tenuta dell’attività e dei livelli occupazionali. “L’obiettivo è quello di individuare aree di intervento e buone prassi per operare in modo sempre più efficace in tema di prevenzione, salute e sicurezza – spiegano Grifi, Granara e Colli di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil – Il comitato per la sicurezza viene rafforzato attraverso la presenza di due nuovi componenti: uno di parte aziendale e uno espressione dei lavoratori”.

Iplom e Organizzazioni sindacali si impegnano ad effettuare incontri con le istituzioni, mentre il Comitato si impegna a riunirsi con maggiore frequenza supportando le attività delle rsu e delle rls.

“Il naufragio del Sirio. Una tragedia mediterranea dell’emigrazione italiana”

Martedì 31 maggio 2016 ore 16.30
presentazione del libro
“Il naufragio del Sirio. Una tragedia mediterranea dell’emigrazione italiana”
di Giorgio Getto Viarengo
Museoteatro della Commenda di Prè secondo piano
piazza della Commenda  – Genova

Martedì 31 maggio alle ore 16.30 presso il Museoteatro della Commenda di Prè in piazza della Commenda, nell’ambito delle iniziative per i 120 anni della Camera del Lavoro di Genova, sarà presentato il volume di Giorgio Getto Viarengo “Il naufragio del Sirio. Una tragedia mediterranea dell’emigrazione italiana” edito da Internòs. Presentazione a cura di Camera di Lavoro Genova, in collaborazione con Mu.MA e Cooperativa Solidarietà e Lavoro. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Nel volume, dedicato a Aylan Kurdi, il piccolo siriano annegato nel tentativo di raggiungere l’Europa la cui immagine ha fatto il giro del mondo, si narra la storia della nave Sirio partita da Genova alla volta di Buenos Aires il 2 agosto 1906 carica di migranti verso le “meriche”. La nave urta una scogliera e si inabissa e porta con sé centinaia di morti. Questa tragedia è legata alla nostra migrazione quando eravamo noi ad attraversare il mare “la storia si ripete, inesorabile come una tragedia. Ancora più dolorosa perché in realtà sarebbe evitabile”. Simbolico è il luogo scelto per la presentazione del volume, la Commenda, anch’essa luogo di passaggio, dove trovavano ricovero i pellegrini diretti in Terrasanta all’epoca delle crociate e poi, nel  Medioevo, punto di contatto tra il Nord Italia  e i porti del Mediterraneo.

Oltre all’autore saranno presenti Ivano Bosco Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova, Giovanni Maria Bellu giornalista, Alessandra Ballerini avvocata ed Elena Bruzzese Segretaria Camera del Lavoro di Genova. Porteranno un contributo musicale “I due canti” con Paola Lanzola, chitarrista e Roberta Nardi, cantante. La giornata è stata inserita nella formazione continua per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti e ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Genova. In allegato l’invito.

Al secondo piano del Museoteatro della Commenda di Prè, sarà in corso  la mostra fotografica “Extra –ordinary food. Lungo le vie del cibo” un  viaggio sul tema del  cibo in diversi paesi del mondo India, Sud America, Cina, Iran, Africa, Perù…. Immagini di piante di the, caffè, riso, mais e canna da zucchero, pescatori e intagliatori di sale.

 

Orario Museoteatro della Commenda di Prè:

da martedì a venerdì 10.00-17.00

sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00

www.museidigenova.it, www.muma.genova..it