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30 giugno 1960 – 30 giugno 2010: la lettera di Nerina Negro

Limite sull’Arno, 25 giugno 2010

Pregiatissimo Segretario
Camera del lavoro Metropolitana di Genova

Tra pochi giorni ricorre il 50° anniversario del 30 giugno I960, la “Rivoluzione dei galantuomini” che riuscì ad impedire a Genova, cit­tà medaglia d’oro della Resistenza, il raduno fascista.

Da anni ormai erano in crisi Genova e le sue industrie, a maggioranza statali, smobilitate per aiutare gli interessi dei gruppi monopolistici, e anche in campo nazionale la situazione politica andava degenerandosi, tanto che era stato permesso al M.S.I. di svolgere il proprio congresso proprio a Genova il 2 luglio, a pochi passi dal Sacrario dei Partigiani e nello stesso periodo in cui avvennero le stragi di Forte San Giuliano,
di Portofino, di Cravasco, del Turchino.

L’intera città presto si mobilitò affinchè ciò non avvenisse e nume­rose furono le assemblee nelle fabbriche, nei sindacati, nelle associazio­ni e la Camera Confederale del Lavoro di Genova si mise alla testa di tut­to il movimento, a cui parteciparono, uomini delle più diverse ideologie.

Il 25 giugno si svolse una grandiosa manifestazione, organizzata dalla Federazione giovanile dei partiti democratici, durante la quale i giovani dalle magliette a righe multicolori, secondo la moda di quei giorni, si trovarono inaspettatamente ad affrontare la polizia che voleva impedirla.

Il 28 giugno in un grande comizio in Piazza della Vittoria parlò il. Sen. Sandro Pertini.

Il 30 giugno un immenso corteo, organizzato dalla Camera Confederale del Lavoro di Genova, a cui parteciparono circa 100.000 persone, con alla te­sta tutti i capi della Resistenza genovese ed italiana, dirigenti sindaca­li e politici, era aperto dai gonfaloni di molte città e fu uno spettacolo di forza impressionante. La colonna era lunga oltre due chilometri a tutti cantavano l’inno di Mameli, un coro possente.

Il corteo proseguì ordinato per via XX Settembre, si arrestò davanti al Sacrario dei Partigiani a deporre il proprio omaggio e proseguì per Piazza della Vittoria ad ascoltare le parole di Pigna, Segretario della Camera del Lavoro.

Dopo il comizio, centomila persone cominciarono a disperdersi, a risa­lire via XX Settembre verso piazza De Ferrari per scendere a Caricamento, ai capolinea tramviari, quando all’improvviso si scatenò l’inferno.

Con violenza le camionette della “Celere” aggredirono i manifestanti e vennero messi in azione gli idranti.

La reazione fu immediata e venne risposto con la violenza alla violenza fino al punto che la battaglia assunse proporzioni allarmanti e la situa­zione ritornò normale soltanto quando il Presidente dell’ANPI, a bor­do di un’auto con un funzionario di polizia, parlò ai dimostranti assicu­rando che le forze di polizia sarebbero state ritirate.

Il giorno dopo la città era in stato d’assedio e la tensione era al massimo, quando finalmente dalla Prefettura arrivò la comunicazione che il congresso del MSI non avrebbe avuto luogo.

La grande lotta unitaria aveva avuto il suo vittorioso epilogo e le numero­se manifestazioni che seguirono quella di Genova si svolsero in molte città italiane con lotte sanguinose ottennero che il governo che si regge­va con i voti fascisti si dimettesse travolto dallo sdegno popolare.

Ho voluto ricordare e documentare quel periodo, perché anch’io l’ho vis­suto personalmente con intensità e ricordo con commozione il ritorno a casa soltanto a tarda sera di mio padre Senatore Antonio Negro, ex Segretario Responsabile della Camera Confederale del Lavoro di Genova, che nonostante la sua età, fu presente anche a quella manifestazione e si era trovato in mezzo alla battaglia che lo aveva fatto sentire ancora giovane e fiero della gioventù genovese per il contributo fondamentale dato all’esito vittorioso della lotta antifascista.

Chimici, oggi a Milano la stesura definitiva del contratto

Oggi a Milano, Federchimica, Farmindustria e i segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil, Alberto Morselli, Sergio Gigli, Augusto Pascucci, hanno proceduto alla stesura definitiva (la cosiddetta “collazione”) del contratto del settore chimico-farmaceutico (oltre 200.000 i lavoratori interessati, impiegati in più di 1700 imprese) sottoscritto lo scorso 18 dicembre 2009 e successivamente approvato dai lavoratori del settore.
Il contratto prevede un aumento medio complessivo di 150 euro nel triennio 2010 – 2012, di cui 135 euro distribuiti sui minimi; 13 euro sui Fondi integrativi pensionistico e sanitario (“Fonchim” e “Faschim”, n.d.r.); 2 euro mensili in più di rivalutazione del premio per tutti quei lavoratori impiegati in imprese che non attuano la contrattazione di 2° livello. Inoltre per i
lavoratori in turno continuo sale di un euro l’indennità, che aumenta anche per i quadri (a 190 euro per la categoria A e a 100 euro per la B).
Di rilievo, il nuovo contratto fornisce un forte impulso alla estensione della contrattazione di 2° livello (estesa la soglia dimensionale delle imprese dai precedenti 100 agli attuali 70 dipendenti); un aumento dell’attività formativa per i rappresentanti dei lavoratori su salute, sicurezza, ambiente e l’istituzione di un apposito libretto nel quale saranno registrati i percorsi formativi di ciascuno; un piano straordinario di formazione continua, in particolare rivolto ai lavoratori in cassa integrazione e mobilità; il contrasto alla precarietà, definendo – in via sperimentale – l’allungamento del periodo di prova per i giovani di prima occupazione, a fronte dell’ inserimento a tempo indeterminato.

Roma, 16 giugno 2010

Programma per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei fatti del giugno – luglio 60

deplian 30 giugno 1960

Programma per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei fatti del giugno – luglio 60
“A cinquant’anni dal 30 giugno 1960: per una fase politica nuova, per la difesa del lavoro, dei diritti, della democrazia e della Costituzione”

MERCOLEDÌ 30 GIUGNO 2010 ore 9,30 – 13,00
SALONE DEL MAGGIOR CONSIGLIO
PALAZZO DUCALE GENOVA

Presentazione
Walter Fabiocchi, Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova
Saluto delle Istituzioni
Marta Vincenzi, Sindaco di Genova
Alessandro Repetto, Presidente Provincia di Genova
Claudio Burlando, Presidente Regione Liguria
Saluto di
Raimondo Ricci, Presidente Nazionale ANPI
Relazione di Paolo Arvati, sociologo
“Giugno 1960: Cinquant’anni dopo”

Interventi
Enrico Beltrametti, Professore emerito e già Rettore dell’Università di Genova
Fulvio Cerofolini, Presidente Anpi Genova
Fernanda Contri, Presidente Emerito della Corte Costituzionale
Curzio Maltese, Inviato e commentatore de La Repubblica
Moni Ovadia, attore musicista e regista
Conclusioni
Enrico Panini, Segretario nazionale Cgil

MERCOLEDÌ 30 GIUGNO 2010
ore 17.00 – PIAZZA DELLA VITTORIA
Oggi come allora per la difesa dei diritti, della democrazia e della Costituzione

ORE 17.30 – CORTEO LUNGO VIA XX SETTEMBRE
DEPOSIZIONE FIORI AL SACRARIO DEI PARTIGIANI
ORE 18.00 – PIAZZA DE FERRARI
SALUTO DEL SINDACO DI GENOVA
MARTA VINCENZI
intervento di
ENRICO PANINI
SEGRETARIO NAZIONALE CGIL
con la partecipazione di
PAOLO ROSSI

Concerto in piazza De Ferrari a partire dalla 19.30 con i gruppi

WHAT CHEER? BRIGADE
CISCO
AFRICA UNITE

MOSTRA ICONOGRAFICA
“30 GIUGNO 1960 – 30 GIUGNO 2010: ANTIFASCISMO E DEMOCRAZIA”

A cinquant’anni dalla sollevazione popolare del giugno – luglio 1960 contro la decisione del Movimento Sociale Italiano di organizzare a Genova il proprio congresso, la mostra ripropone al pubblico gli eventi che determinarono la caduta del Governo Tambroni. La rassegna ripercorre i momenti salienti di quei giorni, a partire dalle “giornate genovesi”, per passare agli avvenimenti che coinvolsero tragicamente Licata, Reggio Emilia, Palermo, Catania e Roma. Gli scatti fotografici provengono da: Studio Publifoto di Giorgio Bergami, Archivio della Cdlt-Cgil Reggio Emilia, Fotoarchivi & Multimedia s.r.l..
La mostra, curata dalla Camera del Lavoro Metropolitana di Genova con la collaborazione di Goffredo Riccelli, è costituita anche da foto e materiale storico e di archivio proveniente dall’Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea di Genova, dall’Archivio Centrale dello Stato, dal Centro Ligure di Storia Sociale di Genova, dalla Biblioteca Universitaria di Genova, dalla Biblioteca “Luciano Lama” di Roma, nonché da documenti tratti dall’archivio on line de “l’Unità”.
La mostra è visitabile dal 16 giugno al 23 giugno presso la Sala incontri della Regione Liguria in piazza De Ferrari a Genova con orario 9 – 13, 14.30 – 18.30 e dal 26 giugno al 30 giugno presso il Loggiato del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale con orario 9 – 19.
Ingresso gratuito

RASSEGNA CINEMATOGRAFICA
“30 GIUGNO 1960 – 30 GIUGNO 2010: ANTIFASCISMO E DEMOCRAZIA”

Sala Sivori – Sal. Santa Caterina, 12 r – Genova
31 maggio – 21 giugno 2010

Lunedì 31 maggio 2010 ore 21,00
IL FEDERALE
Regia: Luciano Salce
Casa di produzione: Isidoro Broggi e Renato Libassi per D.D.L.
Anno di produzione: 1961

Durante l’occupazione tedesca di Roma, ad Arcovazzi, un graduato delle brigate nere, zelante ed ambizioso, viene affidato il compito di catturare il professor Bonafé, un eminente filosofo antifascista, per farne un forzato propagandista della pericolante repubblica sociale. Ma se l’arresto del mitissimo professor Bonafé è un’impresa facile, il viaggio di ritorno a Roma dal natale paesino abruzzese dov’egli s’era rifugiato presenta non poche difficoltà. Attraverso mille peripezie, pericoli e strani incontri, il fascista e l’antifascista si perdono e si ritrovano. Insieme, giungono alla periferia della capitale. E’ il 4 giugno del 1944. Arcovazzi, indossata una divisa da federale trovata per caso alle porte della città ed ignaro del fatto che Roma è stata occupata dagli Alleati, avanza tranquillo per la strada, ma è subito afferrato e malmenato dalla folla. A salvarlo è il professor Bonafé, il quale gli offre la propria giacca di borghese, quasi a suggellare l’amicizia, inconsueta e rara, che le vicissitudini sopportate insieme hanno fatto nascere fra due uomini tanto diversi per convinzioni, temperamento ed educazione.

Lunedì 7 giugno 2010 ore 21,00
CRONACHE DI POVERI AMANTI
Regia: Carlo Lizzani
Casa di produzione: Coop. Spettatori Produttori Cinematografici
Anno di produzione: 1953

Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Vasco Pratolini, si svolge intorno al 1925. Mario, giovane tipografo fiorentino, per essere più vicino alla sua fidanzata, Bianca, va ad abitare nella breve via del Corno e fa amicizia col maniscalco “Maciste”, suo padrone di casa, e col fruttivendolo Ugo, tutti e due antifascisti. Accade che Alfredo Campolmi, proprietario di una pizzicheria, essendosi rifiutato di versare certi contributi al partito, viene selvaggiamente bastonato dai fascisti. Al capezzale del Campolmi, all’ospedale, Mario incontra spesso la moglie Milena, amica della sua fidanzata, Bianca, e se ne innamora: egli rompe il fidanzamento con Bianca.
In un conflitto notturno con gli squadristi, Maciste viene ucciso; Ugo, ferito, si rifugia in casa della “signora”, una strozzina che controlla gli interessi della contrada. Essendosi innamorato di Gesuina, la servetta, Ugo, una volta guarito, la sposa. Anche Alfredo Campolmi muore: Mario e Milena si sono confessati il loro amore, ma, per pietà verso il defunto, si separano.
Più tardi anche Mario viene arrestato dalla polizia. Nastro d’argento 1954 per la miglior musica e per la scenografia. Premio speciale della giuria al Festival di Cannes del 1954.

Lunedì 14 giugno 2010 ore 21,00
CRISTO SI È FERMATO A EBOLI
Regia: Francesco Rosi
Casa di produzione: Franco Cristaldi per VIDES
CINEMATOGRAFICA, RAI 2, ACTION FILM (PARIGI)
Anno di produzione: 1979

Nel 1935, il medico-pittore torinese Carlo Levi, condannato al confino dalla dittatura fascista, scortato da due carabinieri, scende dal treno alla stazione di Eboli: “Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l’anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia”. Il viaggio prosegue in pullman e quindi in automobile. Raggiunto Aliano, Carlo inizia a fare piccole passeggiate giornaliere in compagnia del cane Barone e lentamente entra in contatto con la popolazione che finisce per imporre, tanto a lui quanto al podestà fascista, di esercitare la professione di medico. La sorella Luisa lo raggiunge e Carlo si trasferisce con lei in una casa dove la domestica Giulia si dedica a loro. Carlo comincia così a dedicarsi alla pittura, scambia qualche parola con gli abitanti, con il podestà, con il misterioso Don Trajella. La conquista dell’Abissinia gli riconsegna la libertà. Tornato a Torino carico di ricordi, Carlo scriverà un libro per ricordare questa esperienza. David di Donatello 1979 per miglior regia e miglior film (ex-aequo con “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi e “Dimenticare Venezia” di Franco Brusati).

Lunedì 21 giugno 2010 ore 21,00
alla presenza del regista Mimmo Calopresti
I RIBELLI
Casa di produzione: Unitelefilm
Anno di produzione: 2010

Il 1960 è un anno di svolta. L’Italia vive un momento di forte instabilità politica determinato dalla crisi del centrismo. Attraverso l’uso di materiale di repertorio e il racconto di politici ed esponenti sindacali, il documentario rappresenta i fatti del giugno-luglio 1960 verificatisi durante il governo monocolore democristiano formato dall’On. Tambroni con i voti decisivi del MSI. Gli scioperi e le proteste dei partiti politici e dei movimenti sindacali, la reazione di migliaia di manifestanti, l’irruzione dei giovani sulla scena politica (i cosiddetti “ragazzi con le magliette a strisce”), il dilagarsi delle sommosse in tutto il Paese, a partire dalla città medaglia d’oro della Resistenza. Le vicende storiche si intersecano con le grandi trasformazioni culturali che hanno caratterizzato tutto il decennio e che sono raccontate da un gruppo rappresentativo dell’entourage culturale del tempo, da Paolo Pietrangeli a Giuliano Montaldo, proponendo così uno sguardo a 360° sui moti che hanno rappresentato la prima protesta dell’Italia moderna: dunque, il rovesciamento di uno status quo da decenni radicato nell’ideologia fascista; dunque l’avvento di un’“alternativa” antifascista e il maturare di una nuova coscienza anticapitalistica, entrambi precursori del mutamento d’epoca che vedrà il suo apice nei moti del ’68.

Cinquantesimo anniversario dei fatti del giugno/luglio 1960

Le Camere del Lavoro di Genova, Reggio Emilia, Palermo, Catania e Roma, congiuntamente con la Fondazione Di Vittorio, la Cgil e l’Anpi, ricordano gli avvenimenti del giugno-luglio 1960, la mobilitazione popolare di Genova contro il Congresso del Msi che si doveva tenere in città, la proclamazione dello sciopero generale indetto dalla sola Cgil, i morti di Licata, Reggio Emilia, Palermo e Catania, le cariche della polizia a Roma, la straordinaria partecipazione delle nuove generazioni alle mobilitazioni antifasciste culminate nella caduta del governo Tambroni.
Questi fatti, avvenuti nell’Italia del miracolo economico, determinarono la fine della stagione del centrismo e l’apertura di una fase politica nuova che avrebbe portato all’apertura a sinistra.
Inoltre, essi proposero nuovamente al paese il problema del rapporto tra il diritto di partecipare e di manifestare e la gestione dell’ordine pubblico.
Quegli avvenimenti si intersecarono a fermenti sociali nuovi che, a partire dalle lotte degli elettromeccanici e dalle prime iniziative di unità d’azione dei sindacati nel nord Italia, avviavano quella che sarà definita la riscossa operaia degli anni sessanta.
La difesa della democrazia e il rispetto della Costituzione, il ruolo della Cgil e le lotte del lavoro che con la loro iniziativa permisero al paese di uscire da quel vicolo cieco, furono il filo conduttore di quegli avvenimenti e sono oggi i riferimenti fondamentali dell’azione della Cgil.
“Domani dalle 14 alle 20 tutte le categorie di lavoratori della Provincia di Genova scenderanno in sciopero generale, in segno di protesta contro l’annunciata adunata fascista a Genova”: così le prime righe del comunicato della Segreteria della Camera Confederale del Lavoro, con il quale si proclamava lo sciopero generale per giovedì 30 giugno 1960. A 50 anni da quegli avvenimenti, con la ristampa del volume di Anton Gaetano Parodi “Le giornate di Genova”, la Camera del Lavoro metropolitana di Genova contribuisce al ricordo dei fatti che coinvolsero l’intera città con una grande mobilitazione antifascista a difesa dei principi costitutivi della democrazia repubblicana. La precisa cronaca di Anton Gaetano Parodi, raccolta nel volume, rappresenta un resoconto puntuale degli avvenimenti dove, come scrive Giorgio Amendola nella prefazione, il lettore troverà “(…) una testimonianza esatta, ed assieme appassionante, di quello che realmente è avvenuto a Genova nei giorni e nelle settimane che hanno preceduto il 1 luglio 1960, il giorno in cui il Governo Tambroni fu costretto ad arrendersi di fronte alla manifesta volontà del popolo genovese”.

Tratto dalla ristampa, a cura della Camera del Lavoro Metropolitana di Genova in occasione del cinquantesimo anniversario dei fatti del giugno/luglio 1960, de “Le giornate di Genova“ di Anton Gaetano Parodi per Editori Riuniti University Press

gli eventi sono gratuiti

sponsor:

Autorità Portuale di Genova – Compagnia portuale Pietro Chiesa – Culmv P. Batini

Congresso costitutivo Filctem Cgil

IL DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL CONGRESSO COSTITUTIVO NAZIONALE DELLA FILCTEM-CGIL

(Pesaro, 7-8-9 aprile 2010)

LA COSTITUZIONE DELLA FILCTEM

Il congresso costitutivo nazionale della Filctem-Cgil, riunito a Pesaro il 7-8-9 aprile 2010, assume la relazione del segretario generale uscente Alberto Morselli, le conclusioni della segretaria confederale Cgil, Morena Piccinini e i contributi emersi dal dibattito.

La costituzione della Filctem-Cgil, che unifica le categorie della Filcem e della Filtea, rappresenta il rafforzamento e la valorizzazione di una cultura innovatrice, riformista e di governo dei processi di cambiamento. E’ questa una unificazione importante, strategica per la Cgil, così come dichiarato nel “manifesto programmatico” del 2007, che deve vedere il gruppo dirigente in tutti i territori impegnato a valorizzare la storia di provenienza delle singole categorie, le competenze contrattuali, la capacità di elaborazione delle politiche industriali. Questa scelta all’interno del XVI congresso Cgil rappresenta, dentro un più ampio processo di riorganizzazione che interessa l’insieme dei settori produttivi e dei sistemi contrattuali esistenti, un passaggio importante nel rafforzamento della rappresentanza che la nuova categoria intende esercitare. La nuova categoria si caratterizza inoltre dentro una pratica di forte confederalità, intesa non come sommatoria delle diverse esigenze, ma come superamento degli aziendalismi e delle spinte corporative. Il congresso ritiene come scelta di valore fondante per la nuova categoria il rispetto della norma antidiscriminatoria relativa alla presenza della differenza di genere come atto costitutivo della nuova categoria e impegna tutte le strutture territoriali e regionali a lavorare per la sua realizzazione da qui al prossimo congresso, innanzitutto nella composizione delle segreterie a tutti i livelli degli organismi di direzione.

Il congresso invita il direttivo e la segreteria nazionale della Filctem a definire le forme organizzative più efficaci nel valorizzare le specificità di comparto e favorire l’esercizio della rappresentanza politico, organizzativa e contrattuale in tutte le sue articolazioni territoriali e settoriali. in tale contesto assume grande importanza il completamento ed il rafforzamento politico-organizzativo della unificazione a partire dalle realtà dove ancora sussistono difficoltà.

LA FILCTEM E L’EUROPA

Il congresso si svolge in una fase caratterizzata dalla più preoccupante crisi finanziaria, economica e sociale sia a livello internazionale sia a livello nazionale, che ha creato forti diseguaglianze fra aree ricche e aree povere del mondo. Gli effetti degli squilibri prodotti, compresi quelli ambientali, sono destinati a ricadere in primo luogo sulle nuove generazioni. Di fatto è fallita l’idea neoliberista che ha sempre più dominato con il procedere dei processi di globalizzazione l’idea del primato del mercato senza regole. In questo senso la crisi che stiamo attraversando è anche crisi morale e di valori, del prevalere dei corporativismi sull’interesse collettivo. Il congresso ritiene che la crisi debba essere una opportunità e occasione di stimolo per intervenire sulle contraddizioni dell’attuale tipo di sviluppo. Occorre innanzitutto che la politica torni a governare l’economia, a partire dal livello internazionale, dove occorre si lavori per un nuovo ordine mondiale basato sul multilateralismo, con nuovi strumenti istituzionali sovranazionali più efficaci di quelli attuali. Servono politiche efficaci contro disuguaglianza e povertà; per questo e’ necessario un sindacato europeo forte, che rimetta al centro della propria strategia un modello europeo fatto di integrazione, diritti e che sviluppi la dimensione sociale.

La Filctem si impegnerà dando il massimo del suo contributo per raggiungere tali obiettivi.

Siamo interessati alla promozione di una contrattazione atta a tutelare le condizioni di vita e di lavoro delle persone, ad estendere sistemi strutturati di relazioni sindacali, di partecipazione, e a sviluppare il libero accesso alla formazione professionale, alla conoscenza e all’istruzione. Per sviluppare tale strategia è necessario che vi sia anche un forte ruolo del sindacato europeo, la CES, oltre a un rafforzamento del ruolo dei Cae (Comitati aziendali europei), tramite la realizzazione di una forte legislazione europea di sostegno, che devono lavorare in sinergia con la categoria per un maggiore coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende multinazionali. Il confronto sul tema della democrazia d’impresa deve tornare ad essere centrale anche al nostro interno. In questo senso la Filctem lavorerà per qualificare la contrattazione finalizzando il proprio impegno a sostenere i sistemi di rappresentanza partecipativa. Congiuntamente, come categoria, dobbiamo porre il tema all’attenzione delle nostre Federazioni europee (Epsu, Emcef, Fse), impegnate con noi in processi di unificazione, per iniziare a discutere sulle forme e sui contenuti delle prime sperimentazioni di effettivo coordinamento negoziale e di prime intese valide per tutte le aziende europee. Le stesse forme di partecipazione, limitatamente alle esperienze dei Consigli di sorveglianza, hanno bisogno di essere misurate sulle diverse dimensioni di impresa e di declinarsi verso le filiere e le reti di impresa. Diversamente la sindacalizzazione, la democrazia industriale e i sistemi di partecipazione, non hanno uno spazio reale di estensione e quindi di efficacia.

In questa prospettiva, la nuova Federazione dovrà chiedere con forza nelle opportune sedi internazionali il rispetto di regole certe per una corretta competizione ed un impegno per affermare politiche comuni ed innovative a livello europeo, a partire dalla adozione generalizzata dei codici di condotta bilaterali tra aziende e sindacati, a sostenere i controlli indipendenti e ad adottare le azioni sulla “responsabilità sociale dell’impresa”; scelte che vanno oltre il rispetto dei contratti e delle leggi.

LA CRISI E IL SISTEMA ITALIA

La crisi sta producendo effetti preoccupanti sull’economia italiana e sui livelli occupazionali. Il calo del PIL 2009 sul 2008 di circa 5 punti, l’avanzo primario negativo, il debito pubblico è aumentato del 5,2% sul PIL rispetto al 2,7% del 2008 (i peggiori risultati dal 1996): l’aumento della disoccupazione che ormai sfiora quota 10%, ne testimonia tutta la drammaticità. Riorganizzazioni, licenziamenti, aumento a dismisura della cassa integrazione, mobilità, chiusure di stabilimenti, mancate conferme dei “tempi determinati”, forti difficoltà per indotto e lavoratori delle ditte appaltatrici, ci confermano che anche nel nostro settore sono migliaia i posti di lavoro a rischio. Il disagio sociali è molto forte, molti sono i gesti disperati. E’ questa una condizione che aumenta il nostro senso di responsabilità nel dare tutele e indicare una via d’uscita. Sono necessari interventi urgenti che fermino i licenziamenti, utilizzando tutti gli strumenti contrattuali e normativi per tenere i lavoratori agganciati all’impresa, a partire dall’uso dei contratti di solidarietà, dal raddoppiare i periodi di copertura della cassa integrazione, dall’estendere ed aumentare il valore economico dei massimali e la durata dell’indennità di disoccupazione. É inoltre necessario attivarsi presso il ministero dello Sviluppo Economico affinché sia dato avvio agli accordi di programma per il recupero dei lavoratori disoccupati.

Per quanto riguarda le imprese servono interventi per una nuova fase industriale rivolta alla difesa e allo sviluppo del manifatturiero, delle piccole e medie imprese e del loro rapporto con il sistema del credito. É all’interno di questo quadro che vanno cercate risposte sulla fiscalità di vantaggio, sui costi energetici e sullo snellimento delle procedure amministrative e autorizzative per nuovi investimenti. Serve in generale un quadro di interventi normativi e finanziari a sostegno della ricerca, dell’innovazione, della formazione, del patrimonio importante di conoscenze e competenze, presente in tutte le imprese dei nostri settori.

Occorre sostenere strategicamente e rigorosamente la catena virtuosa “educazione-formazione-conoscenza-innovazione-impresa-sviluppo”, tentando di collegare tra loro tutte le eccellenze presenti nelle nostre realtà. Serve un ruolo dello Stato più alto e un’amministrazione pubblica più efficiente, capace di orientare gli investimenti verso le imprese del futuro, funzionali ad un progetto attento alla società e all’ambiente, al territorio e al rapporto sinergico tra Università, centri di ricerca e sistema delle imprese. Quello che chiediamo è un “fare sistema” per agire insieme e unitariamente per l’affermazione, la pratica, il rispetto e il controllo delle regole, per la facilitazione agli investimenti, per il finanziamento dei progetti, per la valorizzazione e la dignità del lavoro. Da noi, al contrario di quanto si è fatto in altri paesi, si è preferito comprimere i consumi e non agire sulla leva del deficit pubblico. Invece di immettere azioni di intervento pubblico che facessero ripartire un’azione anticiclica, necessaria ad affrontare i problemi legati alla recessione e a sostenere l’occupazione, il sistema industriale, i consumi e i redditi, riducendo le tasse sul lavoro e sulle pensioni, il Governo non ha dato risposte sufficienti a contrastare la fase recessiva e fare ripartire lo sviluppo; ha teso invece a perseguire politiche volte a favorire corporativismi, divisioni sociali e ad accentuare disuguaglianze territoriali e regionali; ha dato avvio a conflitti istituzionali; ha rivendicato il diritto di non rispettare le regole; ha attaccato la Carta costituzionale. Tutto ciò ha di fatto accentuato gli effetti della crisi, mettendo in discussione il ruolo stesso di rappresentanza dei corpi sociali intermedi. La crisi non è solo economica e sociale, ma è anche politica, nel senso che investe gli assetti politici e istituzionali mettendo in discussione riferimenti valoriali e culturali. La propaganda xenofoba e ideologica che ha portato al reato di clandestinità, è figlia di chiusure e di paure. Come Filctem sosterremo tutte le azioni che la Cgil metterà in atto per contrastarne gli effetti negativi sui cittadini immigrati, a partire dalle iniziative per la sospensione della Bossi-Fini per chi perde il lavoro, per costruire politiche di accoglienza riformando le modalità di ingresso, regolarizzando i migranti già in possesso dei requisiti e riconoscendo loro il diritto di cittadinanza al momento della nascita. I migranti non possono essere visti solo come manodopera da sfruttare per abbassare i costi, ma sono persone a cui vanno riconosciuti diritti, primo fra tutti il rispetto della propria dignità.

LA “GOVERNANCE” DEL CAMBIAMENTO: IL MEZZOGIORNO

Per fare fronte a una situazione di questa portata, il congresso ritiene importante lanciare una fase di grande progettualità, di “governance” del cambiamento, che veda un nuovo rapporto fra Stato, mercato, lavoro, che abbia al centro un nuovo modello di sviluppo, che dia risposte a obiettivi quali: piena occupazione, tutela di nuovi bisogni, politiche di welfare, superamento del dualismo territoriale, lotta alle disuguaglianze, centralità dei saperi. Siamo di fronte ad un passaggio decisivo nelle scelte di politica economica e industriale, con l’impegno di difendere il lavoro, l’industria e i servizi ad essa connessi, con l’obiettivo della piena occupazione. Difendere il lavoro vuol dire sostenere le imprese che fanno innovazione e investono nella qualità, che stanno nella legalità.

Quello della legalità e del contrasto al lavoro nero è un obiettivo che la Filctem deve porre a tutti i tavoli di confronto, sia in azienda che nei territori. Nelle crisi la via di fuga, specie per le imprese più deboli finanziariamente e più arretrate nell’innovazione e nell’internazionalizzazione, è quella del rifugio nel lavoro sommerso, presente in tutto il Paese e in particolare al Sud. In effetti quello dello sviluppo nel Mezzogiorno è una tale priorità nazionale, che il congresso fa propria, impegnando tutte le strutture a contrastare i luoghi comuni che rappresentano un Nord tutto “produttivo” e un Sud tutto “assistito”. La questione del Mezzogiorno si affronta con un approccio diverso rispetto al passato. Occorre muoversi su diversi fronti: indirizzare in quelle aree azioni di sviluppo, compresi nuovi insediamenti industriali di grandi dimensioni e non di sola subfornitura del manifatturiero; accrescere e consolidare le produzioni presenti di siti industriali importanti che, se messi in discussione, porterebbero ad avere una desertificazione industriale con un oggettivo impoverimento di queste aree; accelerare i percorsi per le bonifiche di aree inquinate per l’avvio della reindustrializzazione e per produzioni ecocompatibili; sviluppare sinergie di allungamento della filiera fra Nord e Sud, così come sperimentato in Puglia per il tessile-abbigliamento-calzature (Tac), in alternativa alla delocalizzazione; sperimentare progetti di sistema e di rete fra le piccole imprese. É questa un’opportunità per l’intero paese.

Al Sud non servono grandi opere faraoniche (come il Ponte sullo stretto di Messina). Serve una politica industriale che valorizzi la collocazione logistica rafforzando i collegamenti sul Mediterraneo di queste aree a grande valenza energetica; non servono insomma risorse in modo generico, ma sostegno del credito a progetti mirati, a partire dalle energie rinnovabili (solare, fotovoltaico, eolico), nonche’ sulle grandi reti di interconnessioni che valorizzino integrazione di filiera, di rete, di sistema, e offrano servizi qualificati a quelle aree di piccola impresa che, se lasciate sole, non sono in grado di fare innovazione e qualità. Ma per avere le condizioni di una corretta politica industriale, anche per il Mezzogiorno occorre che si ripristinino le condizioni minime di legalità, di lotta alla delinquenza e alle organizzazioni criminali, di contrasto al lavoro nero, condizione peraltro che non riguarda solo il Sud ma l’intero Paese. Oggi con le difficoltà di attingere al credito da parte delle piccole e medie imprese e con il fatto che sono cambiati i modi con cui si alimentano economicamente i sistemi mafiosi, l’intreccio è ancora più forte fra politica, criminalità organizzata e impresa. Per queste ragioni la Filctem si impegna a pretendere trasparenza e rigore, attraverso un sistema di regole e procedure che prevedono appositi requisiti d’impresa, in particolare per ciò che riguarda: garanzie sull’applicazione dei contratti nazionali di lavoro, il rispetto delle norme di sicurezza, ovvero l’assunzione di responsabilità del committente, attraverso anche un sistema di interazione e coordinamento dei Rlsa. La Filctem proporrà a tutto il sistema di rappresentanza delle imprese, una grande iniziativa contro il sommerso, l’illegalità, la contraffazione, per una competizione di qualità, trasparente e certificata, che rispetti le convenzioni sociali dell’ Organizzazione internazionale del lavoro (Oil). In questo senso la Filctem si doterà di un Osservatorio nazionale permanente a cui far pervenire tutti gli accordi di buone pratiche, finalizzati alla presentazione di un rapporto annuale.

RICERCA E FORMAZIONE

L’assenza di scelte di politica industriale che si trascina da molti anni, produce i suoi effetti nella crisi attuale anche per ciò che riguarda la scarsa capacità di attrazione di nuovi investimenti e di tenuta di quelli esistenti. Oggi questo è evidenziato dalle chiusure dei centri di ricerca a seguito delle riorganizzazioni che coinvolgono le multinazionali che scelgono di portare o concentrare la ricerca fuori dai nostri confini. Occorre contrastare un impoverimento sulla ricerca che è anche arretramento complessivo del Paese, a partire da una iniziativa di sostegno e rilancio della Glaxo e del centro di ricerca di Nerviano Medical Sciences. E’ necessario che si intervenga con massicce risorse e politiche di integrazione di intervento fra settori pubblici e privati, favorendo la collaborazione e le sinergie fra i centri di ricerca e il mondo universitario, che veda anche la presenza italiana nei grandi progetti europei ed internazionali. Un sistema produttivo che punti alla qualità ed all’innovazione tecnologica di processo e di prodotto, deve mettere al centro la valorizzazione delle competenze, deve investire molto nella formazione continua e nella stabilizzazione dei posti di lavoro. Il rischio, quando finirà la crisi, se non si ha attenzione alla tenuta delle professionalità in termini generali e al loro aggiornamento in caso di utilizzo di ammortizzatori per le aziende in crisi, sarà quello che il sistema stesso delle imprese possa uscirne ulteriormente impoverito. Anche per queste ragioni, crediamo si debbano contrastare le diverse forme di precarizzazione della condizione lavorativa, rilanciando la battaglia per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e l’estensione dei diritti e delle tutele.

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E SOCIALE

La Filctem intende caratterizzarsi condividendo la definizione di sviluppo sostenibile articolata sull’interconnessione tra compatibilità economica, ambientale e sociale, nella consapevolezza che la crescita economica di per sé non basti, in quanto lo sviluppo è reale solo se migliora la qualità della vita in modo duraturo. Il congresso assume la scelta della sostenibilità, a partire da quanto ha stabilito la commissione europea sulle fonti rinnovabili e in materia energetica   e di promozione delle energie pulite a basse emissioni di CO2 e delle tecnologie legate all’impiego di fonti rinnovabili e a basso contenuto di carbonio.

Anche per queste ragioni la Filctem respinge con fermezza la scelta nucleare del Governo. Essa non rappresenta una concreta ed immediata soluzione alla questione energetica aperta nel Paese e ripropone il problema non ancora risolto della tutela dell’ambiente (soprattutto se riferita allo smaltimento delle scorie), e della sicurezza per le popolazioni dei territori interessati.

Il congresso individua in una politica di risparmi e di promozione dell’efficienza energetica, di diversificazione delle fonti e degli approvvigionamenti, alcuni dei punti qualificanti per la promozione di un nuovo piano energetico nazionale. Scegliere la sostenibilità è una sfida per tutti. La “green economy” può dare un contributo importante all’innovazione, qualificazione e riconversione post-crisi dell’apparato industriale italiano. Essa rappresenta una necessità per il rilancio degli investimenti produttivi e occupazionali in ricerca, innovazione e formazione permanente, verso una economia economicamente, ambientalmente e socialmente compatibile. Le riorganizzazioni produttive che si determinano nelle situazioni di crisi mettono in luce lo stretto legame fra efficienza energetica, innovazione e ricerca, in quanto strumenti capaci di favorire la ripresa industriale e la tenuta occupazionale. In alcuni settori industriali (chimica, energia elettrica) è in corso da anni un processo di efficientamento che è andato nella direzione della sostenibilità ambientale.

E’ necessario estendere queste scelte ad altri settori industriali e manifatturieri (farmaceutico, gomma – plastica, vetro, concia, ceramica, tessile-abbigliamento e calzaturiero), insistendo altresì nel recupero, riuso e riciclo degli scarti domestici e industriali. Il congresso individua quattro interventi pubblici efficaci perché si vada in questa direzione: sussidi del Governo sotto forma di incentivazioni; contributi dell’Autorità per l’energia, per provvedimenti straordinari ma temporanei di “moratoria” sulle tariffe; risorse dell’Europa, attraverso i fondi strutturali; sostegno degli istituti bancari per piani di ristrutturazione del debito.

Occorre inoltre che vi siano agevolazioni fiscali negli investimenti orientati alla riconversione. É necessario sostenere le aziende “virtuose” che scommettono sulla “green economy” e i distretti che vogliono competere rispettando diritti, sicurezza e salute dei lavoratori, ambiente, consumatori. Per le imprese “virtuose” che investono nella ricerca e nella innovazione e nella formazione, che rispettano i contratti e le leggi, devono infatti essere previste forme di credito di imposta sugli investimenti sostenuti, in una logica di sistema fiscale premiante che tenga conto anche della loro responsabilità sociale definita dalla normativa europea, previa verifica dei risultati da parte di strutture tecniche indipendenti appositamente costituite. Inoltre, la stessa contrattazione di secondo livello, avendo già chiesto alle controparti la definizione delle linee guida per l’aumento dell’efficienza energetica e per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, tra le forme premiali, dovrà prevedere tale tematica nelle piattaforme di rinnovo nei contratti, così come previsto in quelli già firmati.

La Filctem promuoverà lo sviluppo e la qualificazione del sistema industriale, delle filiere, delle reti di impresa, anche attraverso la valorizzazione e l’ innovazione del sistema dei distretti. Sono questi, dei sistemi territoriali industriali, che hanno affrontato forti trasformazioni nella globalizzazione. In tale quadro va consolidata e sviluppata la metallurgia primaria a partire dalla conquista di soluzioni positive delle vertenze aperte per i cicli produttivi dell’allumina, dell’alluminio, dello zinco e del piombo, tutti cicli fortemente energivori e strategici per il settore manifatturiero del Paese. Occorre lavorare perché il tessuto spesso fatto di piccole e medie imprese ne esca rafforzato da una politica di sistema, di integrazione delle reti e di allungamento delle filiere. La Filctem promuoverà lo sviluppo, l’innovazione e la qualificazione del sistema industriale, delle filiere, delle reti d’impresa con particolare riferimento al sistema dei distretti. In questo senso per quest’ultimo sono necessarie politiche attive e territoriali riguardo ai temi quali il credito, la formazione oltre ai suoi originari limiti provinciali.

Questo implica l’assunzione di una strategia articolata per territori e per settori. Nel territorio si tratta di avanzare una proposta di governance che coinvolga le altre organizzazioni sindacali, le associazioni imprenditoriali e le istituzioni locali, in raccordo con la Confederazione. Gli stessi accordi di programma territoriali sullo sviluppo locale, stipulati in molti territori su tutti i comparti della nostra categoria, devono permettere l’integrazione con le politiche dell’ambiente, dei processi di miglioramento continuo, delle opportunità dello sviluppo occupazionale derivanti dall’opzione della sostenibilità. Per raggiungere questi obiettivi, il congresso impegna la categoria a partecipare attivamente alla definizione di una nuova stagione di contrattazione territoriale, che intrecci con serietà ed efficacia le piattaforme aziendali con le priorità dei diritti di cittadinanza. Da questo congresso chiediamo inoltre all’Eni di recedere dal suo disimpegno nei suoi settori industriali (chimica, raffinazione, estrazione gas), in una logica di ricomposizione delle filiere dalla raffinazione ai prodotti petrolchimici finiti e alle “commodities”. A sostegno di tale obiettivo la Filctem si impegna a costruire iniziative unitarie partendo dalla vertenze aperte. A Federchimica chiediamo che si superi la logica emergenziale, e la convocazione di un tavolo che sia occasione di confronto ed elaborazione di politiche industriali con un respiro nazionale e integrato.

Alle rappresentanze datoriali del settore energetico riconfermiamo la necessità di intervenire sul ministero dello Sviluppo Economico per attivare finalmente l’Osservatorio sulla politica energetica.

Alle controparti dei settori dei servizi pubblici (elettricità, gas, acqua), chiediamo responsabilità sociale, investimenti in infrastrutture e l’assunzione di un ruolo a sostegno del sistema Paese vicino ai bisogni della collettività. A tutte le controparti dei nostri settori manifatturieri, chiediamo la costituzione di un tavolo unico per condividere e costruire insieme le proposte di politica industriale, del lavoro e dei redditi, da portare nei diversi confronti istituzionali di competenza: regionale, nazionale, europeo. In relazione alla specificità del settore chiediamo la riapertura del tavolo sul sistema moda nazionale.

Lo sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale è anche la scelta etica della tracciabilità dei prodotti, il Reach, la scelta del “made in Italy”, il rapporto di trasparenza fra industria, lavoratori, cittadini consumatori, i codici di condotta. Una corretta informazione sul cosa e sul come si produce serve inoltre a superare, in particolare per chimica e raffinazione, diffidenze che possono contribuire a perdere produzioni rilevanti sul piano industriale ed occupazionale. Il congresso valuta importante l’accordo raggiunto in Parlamento, che ha portato alla legge sull’etichettatura del “made in Italy” nel sistema moda. Un risultato raggiunto a seguito dell’impegno della categoria nel sostenere le ragioni della tracciabilità e della trasparenza in alternativa a una politica protezionistica sostenuta dal centro­destra in Italia e in Europa. Adesso occorre che anche l’Europa legiferi sull’etichettatura obbligatoria per i prodotti importati e si doti dei controlli alle frontiere in modo coordinato, perché senza regole reciproche a livello europeo e internazionale , la concorrenza globale finisce col favorire lo sfruttamento delle risorse umane e ambientali.

La Filctem sceglie di utilizzare questa crisi per innovare, in tutti i settori industriali, prodotti, impianti, reti di distribuzione elettrica, per rilanciare la produzione industriale e contemporaneamente ottimizzare i consumi energetici attraverso politiche di efficientamento in grado anche di ridurre le emissioni. Occorre quindi lavorare da subito alla ricerca delle alleanze necessarie con le altre organizzazioni sindacali di categoria per aprire una stagione che dia voce al mondo del lavoro, per farlo ritornare al suo ruolo centrale, per uno sviluppo sostenibile.

LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA E DELLE INFRASTRUTTURE

Per quanto riguarda la privatizzazione dell’acqua, fondamentale bene pubblico, il congresso ribadisce la sua ferma difesa del carattere pubblico di questo bene comune ed universale, da sottrarre alle logiche di mercato.

Pertanto la categoria svilupperà e sosterrà tutte le azioni politico-sindacali per contrastare gli effetti negativi previsti dall’art. 23 bis della legge 133/ 2008, così come modificato dall’articolo 15 della legge 166/2009, che mettono a rischio le gestioni idriche pubbliche, dando corso ad una ingiustificata e forzosa privatizzazione, che avrà solo ed esclusivamente ricadute penalizzanti sulle tariffe, sulla qualità del servizio ai cittadini, nonché sui lavoratori occupati nel settore idrico. Occorre garantire lo sviluppo del settore ed un assetto industriale finalizzato alla riduzione dei costi di gestione, degli sprechi e alla realizzazione degli ingenti investimenti necessari per migliorare la qualità del servizio erogato su tutto il territorio nazionale. Richiediamo la realizzazione di un Autorità di controllo indipendente sul servizio idrico integrato utile alla definizione degli standard minimi di qualità del servizio, di orientamento degli investimenti e di controllo della gestione a garanzia dei cittadini-utenti.

Per quanto riguarda le infrastrutture si rendono necessari forti interventi per implementare sia le interconnessioni elettriche sia quelle del gas con il resto d’Europa e con i Paesi mediterranei. Occorre destinare ingenti investimenti per le reti di trasmissione e distribuzione elettrica per collegare gli impianti di produzione da energie rinnovabili, senza alterare l’equilibrio di rete, coordinando le migliaia di produttori per migliorare l’accesso alla rete.

Lo sviluppo infrastrutturale del gas (metanodotti e alcuni rigassificatori), aumenterà le flessibilità e la sicurezza della nostra fornitura e allargherà la possibilità di concorrenza sui prezzi. Il congresso impegna la categoria ad avviare in tempi brevi una discussione, insieme alla Confederazione, allo scopo di approfondire aspetti essenziali di servizi legati alle infrastrutture del Paese. Nel contempo l’avvio del processo di affidamento tramite gara della distribuzione dl gas, impone che venga al più presto varata la legge a tutela dell’occupazione – “clausola sociale” -assieme al completamento delle norme regolatorie del settore.

DIRITTI, FISCO, CONTRATTAZIONE

Dare centralità ai temi del lavoro e dell’uguaglianza vuol dire anche lottare contro l’emarginazione e la povertà, riaffermando i diritti fondamentali di cittadinanza. Il Governo e la maggioranza di centro-destra ha lavorato per allargare le disuguaglianze e i divari territoriali, ha operato per dividere il sindacato, per isolare la Cgil e per ridurre il peso delle rappresentanze sociali. Con la firma separata dell’accordo sul sistema contrattuale, sostenuto dal Governo e condiviso da Cisl, Uil, Confindustria e da tutte le altre parti datoriali, si è affermato un modello che riduce l’autonomia delle categorie nella loro funzione di soggetti negoziali, sminuisce il ruolo della contrattazione, spinge verso un modello corporativo, con l’indebolimento complessivo delle tutele sui lavoratori. Il congresso chiede a Cisl e Uil di desistere nel perseguire scelte che portano a dividere il mondo del lavoro e che indebolisce l’ azione di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Proponiamo che il lavoro fatto unitariamente a livello nazionale nelle categorie per presentare i documenti di proposta di politica industriale al Governo e quello svolto nei territori dalle nostre strutture per gestire le crisi, sia un punto da cui partire per avviare una ricomposizione unitaria fra le tre organizzazioni sindacali, che ci faccia essere più forti nell’avanzare al Governo e al sistema di rappresentanza delle imprese, la richiesta di fermare i licenziamenti. Occorre ricercare soluzioni al fine di impedire la chiusura delle aziende e, contemporaneamente, sostenere le richieste di politica industriale avanzate dalla nostra categoria e avviare da subito un piano per la ricerca e l’innovazione.

Il congresso riconferma l’impegno a sostenere la piattaforma sul fisco della Cgil, già dimostrato con la grande partecipazione allo sciopero del 12 marzo. L’obiettivo deve essere quello di ottenere risposte concrete che consentano di ridurre le tasse per i lavoratori dipendenti e pensionati, per sostenere i redditi e rilanciare i consumi interni. Le risorse devono essere recuperate attraverso una seria lotta all’evasione e all’elusione fiscale, portando la tassazione delle rendite finanziarie e dei grandi patrimoni allo stesso livello degli altri paesi europei. Il congresso reputa grave, l’atteggiamento del Governo che invece di tutelare i lavoratori dagli effetti della crisi, usa la crisi per tagliare i diritti e per incrementare i livelli di precarietà e di instabilità nel lavoro. In questo senso riteniamo che proprio la lotta alla precarietà dovrà essere obiettivo importante da perseguire nei contratti nazionali e nella prossima contrattazione di secondo livello. Lo stesso disegno di legge sull’arbitrato obbligatorio, mira a rendere il lavoratore più debole e ricattabile, penalizzando soprattutto i giovani e i lavoratori precari: stiamo assistendo a una vera controriforma delle basi del diritto del lavoro italiano.

La Filctem ritiene a rischio l’articolo 18 della legge 300/1970 meglio conosciuta come Statuto dei lavoratori, per questo il congresso impegna tutte le sue strutture a una campagna di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione dei lavoratori, al fine di adottare tutte le iniziative utili per contrastare questo disegno, prima che le Camere riesaminino il provvedimento rinviato dal Presidente della Repubblica, che di fatto ha confermato con questa scelta le preoccupazioni avanzate dalla Cgil.

LA CONTRATTAZIONE

Il modello contrattuale firmato separatamente il 22 gennaio 2009 presenta un’idea di relazioni contrattuali tutto centralizzato, che non tutela il reddito dei lavoratori e rappresenta un attacco al ruolo del sindacato confederale. La riconquista di un forte sistema contrattuale che contrasti e superi l’accordo separato rappresenta un obiettivo prioritario per la Filctem e la Cgil. Occorre definire nuove regole generali, comuni, condivise ed un modello contrattuale su due livelli. Come Filctem riconfermiamo il ruolo centrale e universale del contratto nazionale, mentre occorre estendere e qualificare la contrattazione decentrata. Dobbiamo anche provare a sperimentare la contrattazione di sito o di filiera con l’obiettivo della ricostruzione dei cicli produttivi nonché della valorizzazione di tutte le professionalità presenti all’interno della stessa o del sito produttivo. Il congresso ritiene inoltre che la contrattazione territoriale ricopre un ruolo fondamentale per la salvaguardia della coesione sociale, l’estensione dei diritti di cittadinanza nonché, quale strumento di competitività di sistema, delle politiche attive del lavoro e delle politiche industriali. Essa è anche il luogo di coinvolgimento e confronto con Regioni ed Enti locali, con cui stabilire priorità sociali ed economiche, risorse e “governance”. La Filctem ha scelto nelle piattaforme presentate – pur con tante difficoltà, rispetto a un contesto economico difficile ed al deterioramento dei rapporti unitari – di porsi l’obiettivo di rinnovare unitariamente i contratti, impostare le piattaforme sui tre anni, evitare l’applicazione dei contenuti per noi inaccettabili presenti nell’accordo separato, definire regole unitarie di consultazione per l’approvazione sia delle piattaforme sia degli accordi e conseguire importanti risultati normativi e di tutela del salario. Il congresso ritiene che questa scelta, pur in presenza di un dibattito articolato, abbia prodotto il complessivo buon esito dei contratti firmati unitariamente.

Ma la condizione indispensabile per il sostegno alla evoluzione delle trattative e ad una corretta valutazione del suo esito è anche lo stretto e costante rapporto che deve instaurarsi tra le delegazioni trattanti, i delegati sindacali e i lavoratori. Ad oggi per i settori rappresentati dalla Filctem sono stati raggiunti sei importanti rinnovi: il contratto delle lavanderie, il chimico-farmaceutico, quello dell’occhialeria, la gomma-plastica, l’elettrico, energia e petrolio. Il congresso ritiene che i risultati raggiunti possano rappresentare un contributo alla necessità di rendere inapplicabili i contenuti dell’accordo separato e creare contraddizioni fra il fronte imprenditoriale ed il Governo, favorendo la necessaria ridefinizione delle regole contrattuali. Anche per gli altri tavoli aperti (gas-acqua e quello importante per dimensioni come il tessile-abbigliamento, cuoio e calzature, così come per i comparti delle aziende artigiane), nonché quelli che si apriranno a breve (ceramica, vetro, concia e miniere), è auspicabile che si possa raggiungere un’ ipotesi di intesa unitaria in tempi brevi. Il congresso impegna tutta la categoria ad aprire alla fine di questa stagione contrattuale una riflessione serena e puntuale, quantitativa e qualitativa, sui percorsi democratici e sui risultati ottenuti, oltre agli orientamenti di contenuto e strategici della contrattazione di secondo livello, che dovrà svilupparsi nei prossimi mesi.

UNITA’, DEMOCRAZIA, RAPPRESENTATIVITÀ

La stagione che abbiamo di fronte dovrà fare della democrazia e della forza del pluralismo il cuore di una fase che superi divisioni e contrapposizioni. Fra le tante sfide che abbiamo di fronte quella della rappresentatività e della democrazia sindacale è la sfida più difficile ma anche la più decisiva, perché la democrazia sindacale è parte fondante della democrazia del Paese.

Il solco tracciato con gli accordi separati, aventi come chiaro obiettivo quello di isolare la Cgil, è profondo ed è sulle regole, non solo della contrattazione, ma anche della democrazia e della rappresentanza. In discussione è il modello e il ruolo del sindacato confederale. Come Filctem possiamo dare il nostro contributo. Di fronte ad una crisi di tale portata come quella che stiamo attraversando è necessario rilanciare con forza il tema dell’unità. Siamo consapevoli che non c’è unità senza le regole della democrazia sindacale e senza la certificazione della rappresentatività. Intendiamo la democrazia come partecipazione, a partire dalla informazione, dal ruolo decisionale delle delegazioni trattanti, dalla consultazione di mandato e dalle scelte attraverso il voto certificato sia delle piattaforme che dell’esito degli accordi, elemento essenziale per ricostruire l’unità tra le organizzazioni sindacali.

Il congresso infine ritiene che la Cgil debba scegliere di riprendere l’iniziativa a favore di una proposta di legge sulla democrazia e sulla rappresentanza.

(approvato con 343 voti favorevoli, 54 contrari, 1 astensione)

Pesaro, 9 aprile 2010

 

Comunicato stampa delle OO.SS. su Italgas

COMUNICATO STAMPA

Il giorno 24 marzo presso la sede Italgas di Savona si sono incontrati la Direzione Aziendale e la rappresentanza sindacale unitaria ligure, unitamente ai delegati territoriali ed è stato sottoscritto un accordo che prevede il mantenimento degli organici attuali sui territori e nello specifico il mantenimento dell’operatività a tutti gli effetti del distaccamento di Rapallo diversamente da quanto deciso in precedenza dalla dirigenza Italgas.
Questo risultato è il frutto della lotta dei lavoratori e del concreto sostegno delle Amministrazioni Comunali che coordinate dal Sindaco di Rapallo hanno mantenuto una posizione ferma a fianco del sindacato in tutta la vicenda.
Dal mese di aprile la gestione delle attività Italgas passerà sotto SNAM Rete Gas e si profila un progetto nazionale di razionalizzazione delle sedi che potrebbe riaprire, negli anni a venire, un nuovo confronti di merito; il sindacato vigilerà perché non siano imposte scelte che abbiano ricadute negative in termini occupazionali, di presidio e di sicurezza sul territorio.

Filctem Cgil Femca Cisl Uilcem Genova

Rapallo, 26 marzo 2010

Genova, presidio lavoratori gas e acqua

COMUNICATO STAMPA

Domani 9 marzo 2010 dalle ore 9 alle ore 11, i lavoratori del gas Gruppo Iride effettueranno un presidio davanti alla sede del Comune di Genova in Via Garibaldi. La protesta è stata organizzata dalla rappresentanza sindacale unitaria a sostegno della vertenza su organici e sicurezza ed e’ stato richiesto un incontro all’Assessore Carlo Senesi.

RSU Genova Reti – Gas (Gruppo Iride)

Genova, 8 marzo 2010

Nasce la Filctem Cgil di Genova. Ad Antonio Grifi la guida della nuova categoria dell’industria

COMUNICATO STAMPA

NASCE LA FILCTEM CGIL GENOVA, NUOVA CATEGORIA DELL’INDUSTRIA
E ANTONIO GRIFI E’ ELETTO SEGRETARIO GENERALE

Si è concluso ieri presso la Scuola Edile di Genova Borzoli il congresso costitutivo della Filctem Cgil di Genova. La nuova categoria dell’industria nasce dall’unificazione delle due grandi categorie dell’industria: la Filcem Cgil, categoria che tutela i lavoratori della chimica, dell’energia e delle manifatture e la Filtea categoria che tutela e organizza i lavoratori dei tessili, dell’abbigliamento, lavanderie ecc.
Al termine del congresso il Comitato Direttivo ha eletto il primo segretario Generale della categoria provinciale; si tratta di Antonio Grifi già Segretario Generale della Filcem genovese.
Grifi è nato a Genova nel 1962 è sposato e ha due figlie; diplomato all’Istituto Nautico di Genova, nel 1985 si imbarca in qualità di ufficiale di macchina. Dall’87 al 1991 entra alle dipendenze di un’azienda con la qualifica di tecnico addetto agli apparati ponte. Dal 1992 al 1996 è dipendente del Patronato Acli e successivamente, sino al 2004 dell’Inca Cgil. Nello stesso anno entra nella Filcem dove gli viene affidato il settore della gomma plastica e chimica. Per Antonio Grifi, eletto segretario proprio della Filcem genovese nell’ottobre 2009, le prime questioni da affrontare sono proprio quelle derivanti dalla fusione delle due grandi categorie Filcem e Filtea “Nonostante l’ottimo lavoro portato avanti sino ad oggi dalle diverse Segreterie, davanti a noi c’e’ un percorso di armonizzazione tra i diversi settori rappresentati” E conclude “Oltre a ciò stiamo assistendo ad un periodo di gravissima crisi economica che non risparmia nessuno. Molti settori sono in sofferenza: solo per fare un esempio, nel comparto della gomma plastica stanno letteralmente prolificando le casse integrazioni, le mobilità e le chiusure di azienda, con le inevitabili ripercussioni sull’occupazione”.

FILCTEM CGIL GENOVA

Genova, 4 marzo 2010

Rsu Enel zona Genova, chiusura relazioni industriali per condotta antisindacale

COMUNICATO AI LAVORATORI CHIUSURA DELLE RELAZIONI SINDACALI.

A seguito della pubblicazione dei nuovi turni di reperibilità per la zona Genova, abbiamo purtroppo riscontrato, per l’ennesima volta, accorpamenti di porzioni territoriali e diminuzione di personale disponibile in turno.

Vogliamo mettere in evidenza la grave decisione aziendale di Zona Genova nel togliere, dal totale complessivo dei reperibili e senza opportuna comunicazione in merito, due risorse che hanno sempre svolto l’attività in modo continuativo.

Analizzando i turni, abbiamo altresì rilevato spostamenti di personale verso altre unità operative, non motivati ed addirittura non in linea con quanto l’azienda esprime in merito al proprio modello organizzativo.

In riferimento a quest’ultimo argomento abbiamo purtroppo riscontrato, nelle determinazioni aziendali, un forte comportamento antisindacale mirato verso una risorsa con responsabilità di Direzione Sindacale.

A fronte di continue criticità nelle relazioni sindacali, ed alla luce delle evidenti problematiche politiche portate avanti dalla Direzione nei confronti delle Organizzazioni Sindacali, chiediamo alle Segreterie Territoriali e Regionali di intraprendere, le dovute e necessarie azioni a tutela dell’occupazione ed a salvaguardia dei diritti dei Lavoratori.

RSU ENEL ZONA GENOVA

Genova, 4 marzo 2010

Congresso FILCTEM CGIL Genova

COMUNCATO STAMPA

MARTEDI’ 2 e MERCOLEDI’ 3 MARZO 2010
c/o Scuola Edile Via Borzoli, 61 – Genova

CONGRESSI PROVINCIALI FILCEM E FILTEA: NASCE LA FILCTEM, NUOVA CATEGORIA DELL’INDUSTRIA

Martedì 2 marzo con inizio ore 15.00 e mercoledì 3 marzo con inizio ore 9.00 presso la Scuola Edile in via Borzoli 61 a Genova, si svolgeranno i congressi provinciali di Filcem Cgil e Filtea Cgil.

L’evento riveste particolare importanza in quanto nella prima giornata di congresso sarà decisa l’unificazione delle due grandi categorie dell’industria. Per la Filcem Cgil, categoria che tutela i lavoratori della chimica, dell’energia e delle manifatture si tratta del II congresso, mentre per la Filtea categoria che tutela e organizza i lavoratori dei tessili, dell’abbigliamento, lavanderie ecc, si celebra il XVI congresso.

Dalla loro unione nascerà la Filctem provinciale il cui congresso costitutivo si svolgerà il giorno 3 marzo 2010 presso la Scuola Edile di Borzoli alle ore 9.00.
La nuova categoria dell’industria sarà tenuta a battesimo dal Segretario Confederale Cgil Genova Ivano Bosco e dal Segretario Generale Filcem Nazionale, Alberto Morselli.

FILCEM CGIL FILTEA CGIL

Genova, 1 marzo 2010

24 gennaio 2010: Genova ricorda la figura di Guido Rossa

Guido Rossa

Attenzione: apre in una nuova finestra. INIZIATIVE IN RICORDO DI GUIDO ROSSA

Data: 25 gennaio 2010 ore 9.00

Luogo: ILVA di Genova